Pellicce al liceo, il “riassunto” della vicenda

Pare essersi definitivamente chiarita la vicenda che ha movimentato gli ultimi giorni dell'anno al liceo Crespi di Busto Arsizio. Ecco, in sintesi, cosa è successo

In tempo di tagli alla scuola qualunque sponsorizzazione è la benvenuta. Questo è quello che devono aver pensato i rappresentanti del Consiglio d’Istituto del liceo classico e linguistico Daniele Crespi di Busto Arsizio quando hanno accettato la proposta di sponsorizzazione da parte della pelletteria e pellicceria Coralba. Il negozio era infatti pronto a donare a tutti gli studenti della scuola un omaggio, un portachiavi di pelliccia con porta gettone, e tre giacche da mettere in palio per una lotteria di raccolta fondi.
Ma quando tra i banchi hanno iniziato a circolare quegli omaggi, qualcuno non ha gradito e ha contattato l’associazione animalista “Oltre la Specie”. Gli studenti criticavano la scelta della scuola di accettare come sponsor un esercizio commerciale legato all’industria delle pelli e delle pellicce che, com’è noto, non brilla certo per particolari attenzioni verso la sofferenza degli animali. La notizia ha iniziato ha circolare e in pochi sono stati persuasi dalle giustificazioni della preside Cristina Boracchi.

L’associazione animalista “100% Animalisti” si è anche resa protagonista di un doppio blitz notturno e si sono mossi anche i vertici nazionali della Lega Anti Vivisezione che hanno proposto di cogliere l’occasione per organizzare incontri con i ragazzi e fare chiarezza su questa industria (e a quanto si apprende, questo dovrebbe verificarsi nei prossimi mesi, ndr).

Oggi, infine, prendono ufficialmente posizione anche gli studenti e lo fanno pubblicando un comunicato sul blog de “La Freccia” una delle redazioni che ha partecipato a Blog Lab, il concorso per studenti di Glocal News. I rappresentanti degli studenti ripercorrono lo svilupparsi della vicenda riconoscendo che “moltissimi studenti hanno ritenuto la distribuzione dei gadgets inopportuna e offensiva” ponendo però l’accento sul tema delle sponsorizzazioni. Anche se la legge lo consente, infatti, i rappresentanti si chiedono “fino a che punto è giusto che la scuola pubblica sia finanziata dai privati? In che termini? con che modalità?”. E proprio sulla base di queste considerazioni i ragazzi auspicano che “ciò che è avvenuto faccia comprendere che, in futuro, noi studenti ci aspettiamo di essere maggiormente coinvolti e di essere più tempestivamente informati in merito a iniziative di questo tipo. Riteniamo che la nostra opinione debba contare maggiormente su un tema tanto importante e cruciale per la nostra scuola”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Dicembre 2012
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