Trenord, le associazioni dei consumatori lanciano la class action

Codacons, CoDiCi e Altroconsumo hanno avanzato richieste di risarcimento: la questione vale milioni di euro. CoDiCi: "Da Trenord nessuna proposta di accordo"

Dopo l’odissea della settimana passata e iniziata il 10 dicembre, la situazione delle ferrovie lombarde è quasi tornata alla normalità (ma con limitazioni temporanee e ritardi legati agli inconvenienti di esercizio). E ora i pendolari stanno passando all’offensiva per ottenere rimborsi e risarcimenti da Trenord, la società che gestisce i treni regionali e suburbani. 
A metà di settimana scorsa – nel mezzo dell’ondata di ritardi e soppressione quotidiani – ha iniziato a girare la parola d’ordine “Class action”, trasformata in hashtag su twitter (#classactiontrenord) e rilanciata anche con una mobilitazione dal basso fatta di volantini lasciati in stazione e sui treni, organizzati dal gruppo di viaggiatori (sempre più folto) che coordina e partecipa alle pagine Facebook “Diritti dei pendolari abbonati Trenord”.

La Class action – nella forma prevista dalla legislazione introdotta da pochi anni – prevede che primi promotori delle cause collettive siano le associazioni di consumatori riconosciute. E nel caso di Trenord sono ben tre le sigle che si sono attivate per raccogliere le adesioni (almeno 200) necessarie a dare il via alla causa: sono Altroconsumo, il Codacons e Centro per i Diritti del Cittadino (CoDiCi). Altroconsumo dice di aver raccolto già l’adesione di 5000 pendolari lombardi.

Le tre associazioni informano di aver incontrato giovedì mattina i rappresentanti dell’azienda, per la procedura di concilizione: l’azienda lombarda di trasporti – riferiscono le associazioni – non avrebbe per ora avanzato nessuna proposta. 
CoDiCi ha proposto il risarcimento di un minimo di tre mesi di abbonamento e l’apertura di un tavolo di trattativa per i casi di utenti che hanno subìto danni particolari e maggiori. Il Codacons ha invece fatto una proposta unica, chiedendo un risarcimento a ogni singolo abbonato di 3650 euro. «Non ci aspettavamo questo immobilismo dell’azienda- dichiara Davide Zanon, Coordinatore Regionale Codici Lombardia- Capiamo che la mancanza dell’amministratore delegato porti a una difficoltà nel prendere decisioni immediate, ma facciamo presente che la risposta deve comunque essere celere, per dare un riscontro il prima possibile alle istanze dei viaggiatori».

La questione è particolarmente rilevante, in termini di numeri: i viaggiatori coinvolti sono migliaia, anche solo considerando i pendolari con abbonamento mensile. E solo gli abbonamenti per un solo mese dovrebbero avere un valore superiore ai 7 milioni di euro (le entrate annuali da abbonamenti e biglietti assommano a 240milioni di euro). Trenord ha pubblicato sul suo sito un modulo per la richiesta di rimborso direttamente dall’azienda, con la possibilità di far richiesta di rimborso per biglietti semplici o abbonamenti mensili o annuali (ma non i settimanali, «che molti questo mese non hanno fatto il mensile essendoci le vacanze natalizie di mezzo», notano i pendolari su Facebook). Per molti pendolari, un risarcimento limitato solo al valore complessivo dell’abbonamento mensile pare non sia sufficiente. A titolo d’esempio (i numeri sono limitati, va notato) citiamo il “sondaggio” sulla pagina Facebook “Diritti dei pendolari abbonati a Trenord”: alla domanda se sia accettabile come rimborso il diritto a viaggiare gratis a gennaio, 33 persone non ritengono sia una soluzione accettabile, contro sei che la ritengono invece congrua ai disagi subiti a dicembre.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Dicembre 2012
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