Veri agenti della penitenziaria arrestano i “finti agenti” truffatori
Bloccati due napoletani. Presentavano i cedolini di personale del carcere a cui aveva "rubato" l'identità per ottenere un finanziamento su auto nuove
Due truffatori napoletani sono stati arrestati dopo un’inchiesta delle polizia penitenziaria di Varese e del pm Tiziano Masini. I due utilizzavano i dati di ignari cittadini, in particolare agenti di polizia penitenziaria, per chiedere finanziamenti al fine di acquistare autovetture, presentando dunque documenti che garantissero stipendi sicuri (l’impiego statale era perfetto) e una buona situazione economica. In realtà, usavano dati come il codice fiscale, o altri, e assumevano una falsa identità a scapito di persone
vere. In due casi, a Trecate e Gallarate, la truffa è riuscita, e c’è stato subito il tentativo di rivendere la macchina, ma sono almeno una trentina le truffe tentate dai due soggetti arrestati. Si tratta di Coletti Raffaele (foto a destra) classe 1971 nato a Napoli (già detenuto nel carcere di Velletri) e De Falco Oreste (foto sotto) classe 1965. L’indagine è iniziata nel 2010, quando una concessionaria ha telefonato al carcere di Varese e ha chiesto lumi su un agente della polizia penitenziaria: «Un vostro dipendente ha chiesto un finanziamento per un’auto, vi risulta?». La circostanza è sembrata dubbia, anche perché l’agente aveva già un’auto pressoché nuova.
La busta paga presentata alla concessionaria era falsa. La parte più misteriosa dell’inchiesta è chei due napoletani, avevano acquisito i dati di diversi appartenenti al corpo di polizia penitenziaria. L’ipotesi degli inquirenti è che abbiano avuto accesso a una banca dati esterna che ha mischiato sia dati di agenti che di cittadini di diversa estrazione. I due giravano l’Italia con buste paga, crs, carte di identità, codici fiscali, ricevute di gas e bollette. Gli autosaloni vittime del tentato raggiro erano a Mesenzana, Trecate, Saronno, Olgiate Olona, Legnano, San Vittore Olona, Cocquio Trevisago, Germignaga, Gallarate, Provincia di Arezzo. Le truffe hanno avuto luogo in tre regioni, Lombardia, Piemonte e Toscana. Oltre 40 le carte di identità contraffatte. Sono state perquisite 5 persone (2 a Varese, 3 in Campania), sequestrati supporto informatici utilizzati per contraffare documenti, e numerose sim card.
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