Vitucci: “Umanità e tecnica, questi i nostri segreti”
Dopo la vittoria contro Milano il coach della Cimberio elogia i suoi per «la forza mentale». Achille Polonara dedica la vittoria a Sakota a letto con la febbre. Scariolo rende merito a Varese
Frank Vitucci esce dalla sala stampa con un «Buon Natale a tutti», sapendo che forse il più bel regalo ai tanti varesini presenti al forum di Assago lo hanno fatto proprio lui e i suoi giocatori molti dei quali alle prese con una fastidiosa influenza. «Sabato avevamo molti problemi fisici per via dell’influenza – ha detto il coach della Cimberio – e mi sarebbe spiaciuto molto affrontare questa partita senza tutti gli effettivi (alla fine mancava Sakota a casa febbricitante e altri tre, Dunston, Polonara a De Nicolao, erano in condizioni non buone ndr). Nonostante questo i miei giocatori hanno fornito una prova di spessore, soprattutto sul piano mentale. È stata una partita bella, combattuta punto a punto. Questa è una squadra che non sorprende più per ciò che fa, mette in campo uno spirito pazzesco, non si disunisce mai anche quando va sotto o prende un tecnico. Insomma è una squadra che non si demoralizza mai e quando deve fare le cose consistenti le fa. Ecco perché meritano di essere dove sono».
Per sottolineare lo spirito di questa Cimberio capolista, Vitucci racconta un episodio: «Nello spogliatoio Dunston prima della partita mi ha chiesto: “Coach perché non hanno convocato Ebi Ere nell’All star game?”. Il nostro successo è il giusto mix tra l’aspetto umano e quello tecnico: il primo fa da cemento al secondo comoposto da mattoni importanti che ognuno sistema al punto giusto. Io dico sempre che la squadra deve parlare e loro fin da subito hanno trovato questo dialogo».
Achille Polonara, febbricitante, conferma l’affermazione di coach Vitucci: «È vero il dialogo è la nostra arma in più. Noi non solo ci parliamo ma lo facciamo nel modo e con i tempi giusti. Questa sera a metà del terzo quarto ci sono stati degli episodi che anziché abbatterci ci hanno caricati (si riferisce al fallo tecnico ndr). Ciò che fa la differenza nella squadra è il gruppo che anche quando sbaglia è capace di ricompattarsi e ripartire. E poi c’è il nostro pubblico, stasera a Milano erano veramente tanti. Dedico questa vittoria a Sakota perché non deve essere facile guardare la propria squadra vincere sdraiato in un letto con la febbre».
Andrea De Nicolao si ferma a parlare fuori dagli spogliatoi con alcuni tifosi venuti da Padova appositamente per lui. «Ho trentanove di febbre» risponde a chi gli chiede se i suoi occhi lucidi sono per la commozione della vittoria. «Abbiamo fatto una grande partita – continua il giocatore- perché abbiamo messo l’emotività giusta nonostante non fossimo in grande forma. Questa squadra sa sempre quando mettere l’energia mentale che serve esprimendo un gioco corale per consentire a chi è in campo di trovare sempre una soluzione. Sul tecnico, ad esempio, abbiamo reagito con molta grinta, ribaltando a nostro favore un momento no. C’è un dialogo continuo e forse è questa la vera arma in più di Varese».
Sergio Scariolo, coach di Milano, parla di «Partita equilibrata, anche se bisogna «dare il merito a Varese per quanto ha dimostrato stasera».
«Da parte nostra – continua il coach dell’Armani Milano- c’è la delusione di non aver potuto rispondere con una vittoria a questo grande ambiente. Purtroppo è stata una partita che come le ultime è stata decisa dai piccoli dettagli, condannandoci a sconfitte che con più attenzione, lucidità e successo in qualche iniziativa avremmo potuto evitare. Abbiamo bisogno di una difesa più intensa, non è più il tempo delle sbandate e domani ricominceremo a lavorare per qualificarci per le Final Eight. Durante la settimana devono continuare a lavorare, come hanno fatto in questa ultima settimana, e poi fare le stesse cose che vedo fare in allenamento anche quando sono sotto pressione e in una situazione emotiva diversa».
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