Colacem, il Comitato ambiente Verbano al tavolo per il rinnovo dell’Aia
Gli ambientalisti soddisfatti dell’attenzione da parte della Provincia. “Chiederemo maggiori controlli sulle sostanze pericolose presenti nell'ambiente"
L’autorizzazione integrata ambientale (AIA), che alcuni impianti produttivi devono vedersi rilasciata per legge, dovrà venir rinnovata per la Colacem di Caravate, impianto “destinato alla produzione di clinker in forni rotativi con capacità maggiori alle 500 tonnellate giorno, oltre alla calce viva in forni rotativi ed altri tipi di forno con capacità superiore alle 50 tonnellate/giorno”. Questo si legge nell’informativa del ministero dell’ambiente per questo genere di impianto, la cui ultima AIA risale all’ottobre 2007 e su cui da tempo si sta discutendo, soprattutto in seguito alla combustione di CDR, combustibile da rifiuti, per alimentare gli altiforni. Anche per questo il Comitato Ambiente Verbano, nato due anni fa in Valcuvia, ha chiesto una partecipazione della cittadinanza ai processi di verifica delle emissioni non solo per il cementificio Colacem, ma anche per una serie di altri impianti nella zona.
Ecco allora il tavolo odierno in Provincia per parlare proprio del rinnovo della AIA.
“Dietro nostra richiesta – spiega Paolo Paliaga, presidente del Comitato – prima del rinnovo della Aia per la ditta Colacem, abbiamo chiesto un incontro a tutti i soggetti che siedono alla conferenza dei servizi e anche la Regione Lombardia per discutere di un possibile approfondimento nel monitoraggio ambientale”.
“La Provincia di Varese ha indetto la riunione in cui hanno partecipato: l’assessore regionale Salvemini, l’assessore provinciale Marsico, l’Arpa, i sindaci di Caravate, Cittiglio e Gemonio oltre che Arturo Bortoluzzi di ‘Amici della terra’ e ovviamente noi.
Dall’incontro che ha trovato le autorità ben disposte verso le nostre richieste, ne è nato un tavolo tecnico di approfondimento che ha preso il via questa mattina, 5 febbraio, presso la sede della Provincia di Varese, in cui hanno trovato posto diversi tecnici (per noi il dott. Lodi dell’Istituto Mario Negri di Milano) per valutare le sostanze da monitorare per un piano pilota che approfondisca le nuove tematiche della co-combustione da mettere in atto fin da subito sia al camino che nella zona esterna circostante la Colacem”.
Tra gli obiettivi del Comitato è presente anche l’idea di proporre alle amministrazioni, ma al di fuori del procedimento AIA, la realizzazione di una valutazione di impatto sanitario (VIS) capace di individuare gli eventuali pericoli per la salute dovuti a particolari arttività produttive e relative emissioni.
“Ci sembra che sia un punto concreto di partenza e ci auguriamo di arrivare non solo ad un protocollo scientifico che approfondisca il monitoraggio, ma ad un vero e proprio piano di monitoraggio pilota che possa raccontarci se questa nuova pratica di co-incenerimento sia da ritenersi pericolosa o no per i cittadini e che rappresenti una strada da percorrere anche dagli altri comitati” ha concluso Paliaga. La prossima riunione si terrà sempre a Varese con un pool di esperti, tra cui Arpa, Istituto Mario Negri e Regione, per un tavolo tecnico il 21 febbraio.
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