Blitz di Legambiente al cantiere McDonald’s
Questo cantiere secondo il Cigno Verde è invece uno dei tanti dannosi interventi di cementificazione, come «il parcheggio sotto villa Augusta, la bretella Gasparotto Borri, il parcheggio al Sacro Monte»
Più che una contestazione a McDonald’s, il blitz di questa mattina di Legambiente è stata una contestazione alla politica del comune di Varese: «L’assessore Binelli rivendica l’impegno contro il consumo di suolo – osserva l’associazione ambientalista – a noi sembra che nonostante tutto, in questi anni si sia continuato a cementificare».
I militanti del cigno verde si sono presentati alle 11 a Masnago con uno striscione e una scritta eloquente: «Permessi fast….cemento o food?».
Un gioco di parole per dire che era meglio bloccare il cantiere, già contestato dall’ex presidente della commissione paesaggio Daniel Zanzi e contro cui votarono Pd e Sel.
Il nuovo ristorante in costruzione è posizionato in una zona umida, darà lavoro e sarà una struttura di servizio che la giunta ha accolto favorevolmente. Il luogo tuttavia ha una peculiarità: è un prato umido dove le risorgive compaiono a ogni stagione per dare vita a zone fangose e a uno stagno.
Lo stesso circolo ambientalista sa che i permessi sono tutti in regola. E allora, il blitz è stato dedicato in realtà a un ragionamento complessivo sulla città di Varese. Alberto Minazzi, coordinatore dei circoli di Legambiente contesta il fatto che la commissione urbanistica abbia dato parere favorevole all’opera, «sorvolando sulle riserve avanzate». Questo cantiere secondo Legambiente è invece uno dei tanti dannosi interventi di cementificazione, come «il parcheggio sotto villa Augusta, la bretella Gasparotto Borri, il parcheggio al Sacro Monte». Per questo l’associazione vorrebbe conoscere tutti i dati del costruito in questi anni: «Due milioni di metri cubi dal 1996 al 2008 e non ci sembrano bruscolini». E chiede che il verde cittadino sia più tutelato.
C’è però anche qualche dato positivo: il Cigno verde riconosce che la recenti aree di trasformazione indicate dal comune sono state posizionate in zone da riqualificare. Ma andrebbero tolte, secondo loro, villa Ponti e l’Ippodromo.
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