Fedez, il rapper “virale” che piace ai varesini
Settecento dischi venduti in due ore e mille fan ad attenderlo. Alla Casa del Disco il rapper ha incontrato i fan e presentato in anteprima nazionale il suo nuovo disco
Settecento dischi venduti in due ore. Mille fan ad attenderlo e altrettanti autografi firmati su dischi e magliette. Fedez ha scelto Varese per presentare in anteprima nazionale il suo nuovo disco, confermando i numeri “virtuali” che l’hanno reso famoso.
Piazza Podestà infatti, questo pomeriggio (lunedì 4 marzo) si è trovata di fronte ad una folla di ragazzi e ragazze capaci di cantare per un’ora di fila sulle note di “Si scrive schiavitù si legge libertà”, pezzo che ha visualizzato milioni di clic sul web e che ha portato il rapper all’apice del successo.
Il ragazzo di Milano che nella sua crew si fa chiamare Fedez sulla carta d’identità si chiama Federico Lucia, è nato nel 1989 e nel mondo del rap ci è sempre stato. La sua fortuna (e bravura) è stata fin dall’inizio quella di usare internet per diffondere testi e musica ma anche per contattare i suoi ascoltatori, vizio che non sembra aver smesso.
Prima di incontrare i fan reali infatti, Fedez si ferma e manda un video sulla sua pagina Facebook. Lo smarth phone lo lascerà solo nel momento in cui si troverà di fronte ad una fila di gente – che a smaltirla tutta ci vogliono tre ore- in cerca di autografi. «Sono nato dal web e gli devo tutto, nel bene e nel male e credo di essere la dimostrazione lampante di come sia il mezzo di comunicazione più importante e che sta andando a uccidere televisione e giornali».
Cappellino in testa e occhiali da sole sul volto Fedez continua: «Il rapporto con i fan a volte è buono, a volte conflittuale ma li devo ringraziare perché se sono qua è tutto grazie a loro e gli voglio molto bene».
Urla, lacrime e grida confermano che l’affetto è ricambiato. Tutti stringono tra le mani “Sig. Brainwash – L’Arte di Accontentare”, il nuovo lavoro del rapper che «tocca tanti temi, dal pezzo d’amore a quello simpatico a quello più impegnativo». Il titolo invece: «nasce da una citazione di un documentario di Belsky che racconta la nascita di un nuovo artista di street art. In realtà lui fa opere su commissione o le copia, operazione che gli frutta un milione di euro in una settimana. Lui da al pubblico quello che vuole, niente di più e diventa famoso. É una cosa che puoi rapportare anche alla musica. Quando fai un disco devi decidere se fare quello che vuoi tu o fare quello che vuole il pubblico. Io la mia scelta l’ho fatta e vedremo come andrà». Un disco che vede anche tante collaborazioni che guardano al mondo del rap (J-Ax; Guè Pequeno) fino a Elio de Le storie Tese a Francesca Michielin e che si apre con il pezzo che l’ha lanciato (“Si scrive schiavità, si legge libertà”), che racconta così: «In realtà non c’è un vero e proprio significato, è uno sfogo di quello che penso io. Molti l’hanno visto come uno sfogo sociale e politico. Non voglio fare la morale e insegnare niente a nessuno. Mi sfogo e basta». Un urlo che, visto come si vuole, è però arrivato a milioni di persone.
Basta guardare i 396.623 fan su Facebook e i migliaia di commenti che arrivano ininterrottamente. Una giornata che ha confermato, ancora una volta, il ritorno dei giovani varesini al rapper, genere che ha radici ben radicate in città e che ha portato al successo tanti artisti. «Varese porta fortuna», spiegano gli addetti ai lavori.
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