La città avanza, un confronto tra 1988 e oggi

La sovrapposizione tra le foto aeree di ieri e quelle dei giorni nostri mostra l'erosione della campagna e delle zone verdi, anche nei Comuni dei dintorni. Ma anche la trasformazione di alcune parti della città

La città avanza e si trasforma. Confrontando le foto aeree del 1988 e quelle odierne (disponibili su siti di mappatura fotografica) è possibile ricostruire per zone le trasformazioni di vent’anni e più di edilizia e modifica del territorio. Un esercizio che – visto dall’alto – offre spunti soprattutto nelle fasce periferiche, nelle zone di margine tra la città e i lembi di campagna, terreno agricolo e boschi, esistenti. A Gallarate il consumo di suolo – che secondo gli studi dell’Ispra avanza a ritmo vertiginoso un po’ in tutta Italia – raggiunge uno dei picchi più alti di Lombardia, con il 70,72% di territorio urbanizzato.

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Il confronto tra Gallarate 1988 e oggi 4 di 42

Così a Gallarate si nota l’espansione lineare che ha toccato alcune zone che 25 anni fa erano poco urbanizzate, come via Aleardi (nel confronto a sinistra) o via 22 marzo, oltre cui sta la celebre "area 336" su cui il Pgt ancora in vigore prevede ulteriore espansione. Anche nei dintorni l’avanzata dell’abitato ha eroso le zone più pianeggianti, come la periferia Nord di Cassano o la zona di Cardano Sud.
A Gallarate spicca l’espansione che ha saldato il centro con Arnate, che nel 1988 era ancora ben distinta sul lato di viale Leonardo Da Vinci: sono state urbanizzate le zone verdi tra la circonvallazione e lo stabilimento Bellora, con la creazione dei nuovi assi della "tangenzialina" e di viale Schuster e dei quartieri intermedi fatti di case a schiera. Curiosità: in una foto del 1988 si nota anche il tendone del circo, che al pari dei luna park faceva spesso tappa sul pratone tra via Buonarrotti e viale Leonardo da Vinci.

Nella galleria fotografica, il confronto zona per zona tra immagini del 1988 e di oggi

Con più attenzione si notano anche le modifiche delle zone dismesse, come la ex Borgomaneri di viale Lombardia (centro commerciale il Fare, peraltro oggi chiuso), l’enorme complesso ex-Majno tra via Pegoraro e l’uscita dell’autostrada, ma anche un’area più piccola e centrale come la ex-Galdabini di via Borghi, sostituita dal complesso di edifici nati da un’idea di Aldo Rossi. Nella stessa zona della ex-Galdabini nelle foto del 1988 si riconosce anche piazzale Europa: oggi il piazzale non esiste più (se non come indirizzo) e al suo posto c’è un autosilo a più piani.
Per converso si notano zone  – come il grande complesso delle ex officine FS di via Pacinotti, a Madonna in Campagna – abbandonate da decenni e ancora in attesa di riqualificazione, nonostante la posizione centrale. Come sottolineano gli urbanisti, costruire ai margini della città e consumare nuovo suolo, ha come effetto collaterale che si rinuncia a rigenerare le aree dismesse e degradate dentro la città.

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Pubblicato il 20 Marzo 2013
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