Al PalaYamamay un’invasione da 200 euro

Modesta sanzione economica per Conegliano dopo il brutto episodio al termine della gara con Busto Arsizio: la Lega e la società veneta non prendono posizione. Ma la violenza nella pallavolo non va tollerata

Un biglietto di una partita di pallavolo costa intorno ai 10 euro (anche se per qualcuno è omaggio); se poi a fine partita si vuole entrare in campo a spintonare e insultare le giocatrici della squadra avversaria, basta pagare un piccolo supplemento di 200 euro. Questa l’entità della multa inflitta dal Giudice Unico della Federazione Italiana Pallavolo all’Imoco Conegliano dopo che un suo sostenitore, al termine della gara vinta dalle venete per 0-3 sul campo della Unendo Yamamay Busto Arsizio, ha invaso il terreno di gioco durante il saluto tra le due squadre, con l’intento di aggredire fisicamente e verbalmente Valentina Arrighetti (con la quale, pare, c’erano già stati screzi in gara 2 a Treviso). L’invasore (nella foto di Roberto Gernetti), dopo aver scatenato un parapiglia che ha coinvolto anche staff e dirigenti di Busto Arsizio, è stato allontanato dalle forze dell’ordine; gli agenti di polizia lo hanno identificato ma, in assenza di querela di parte, non è stato emesso nessun provvedimento restrittivo.

La domanda sorge spontanea: ma la pallavolo non era lo sport “per famiglie”, in cui si respirava un’aria diversa, lontana mille miglia dalla violenza di altri contesti? Forse questo benevolo autocompiacimento ha portato ad abbassare troppo la guardia, se oggi vengono permessi comportamenti che in qualsiasi altro sport provocherebbero provvedimenti durissimi e immediati, non una risibile ammenda pecuniaria che suona quasi come una presa in giro. Tanto per fare un esempio (senza voler paragonare la gravità dei due episodi): è su tutti i giornali la notizia di una partita di volley Under 13 sospesa a causa di una rissa tra genitori scoppiata sugli spalti. Bene, la FIPAV di Cremona ha punito le due società coinvolte con un’ammenda complessiva di 2.200 euro per responsabilità oggettiva: undici volte la sanzione comminata all’Imoco.

Ancora più grave e inspiegabile è il fatto che il protagonista dell’inqualificabile episodio non fosse un qualsiasi sostenitore, ma un ospite accreditato dalla società veneta, con tanto di posto nel parterre accanto a sponsor e autorità; un personaggio ben noto all’ambiente coneglianese, malgrado l’omertà di fine gara, come testimoniano le foto che lo ritraggono in compagnia dei massimi dirigenti gialloblù. Di scuse da parte del club, a oggi, non c’è traccia. Viene da chiedersi se secondo la Lega Pallavolo episodi di questo genere, avvenuti in diretta televisiva al termine di una semifinale scudetto di fronte a migliaia di spettatori e appassionati, non danneggino l’immagine del volley più del lavoro del giornalista Luca Muzzioli, responsabile del portale web Volleyball.it, al quale l’istituzione principale della pallavolo femminile ha appena intentato una milionaria causa civile.

Allo stesso modo fuori dalla realtà appare il commento di parte della stampa trevigiana che, senza minimamente citare l’incresciosa invasione, si sofferma invece su presunti scontri tra le due tifoserie rivali, addossandone naturalmente la colpa ai supporter bustocchi. In realtà i due gruppi, da tempo e notoriamente gemellati, si sono semplicemente scambiati qualche fischio a fine gara, un botta e risposta a grande distanza giustificato proprio dal clima di tensione che si era venuto a creare in campo. Amici delle Farfalle e NPU Conegliano, le due principali tifoserie organizzate, non hanno gradito l’articolo e hanno emesso un comunicato congiunto: "La partita si è svolta in un clima festoso e tranquillo, con i due gruppi di tifosi che si sono scambiati saluti prima e dopo la partita, a corollario di un’amicizia che dura ormai da quattro anni". Basterà per avere almeno una smentita?

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Pubblicato il 04 Maggio 2013
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