Cimberio devastante in trasferta: Venezia cade per la terza volta
Gara in crescendo per i biancorossi, trascinati da Dunston e Banks: dopo mezza partita equilibrata Varese spazza via l'Umana. Giovedì il primo match-ball per la qualificazione
Dal nostro inviato – Venezia è Umana e ce l’ha scritto sulla maglia. La Cimberio di gara3 invece è disumana, nel senso buono del termine, e si porta sul 3-0 nella serie dei quarti di finale con una prova tutta in crescendo: avvio controllato, prime spallate al punteggio, nuovo tentativo di fuga, dominio totale nell’ultimo quarto. Il 79-93 conclusivo stavolta non mente, non può essere contestato dai veneti (come qualcuno ha fatto domenica, tirando in ballo gli arbitraggi) e lancia i biancorossi verso il primo match-ball di giovedì sera.
Altra prova collettiva, e forse è questo il dato migliore per Vitucci: se gli eroi di gara-2 Sakota ed Ere non incidono, sono i loro sostituti (Polonara e Rush) a brillare. Se Dunston era uscito con qualche dubbio dai precedenti duelli con Szewczyk, stavolta la partita parla chiaro perché l’americano è un concentrato di virtù raro da vedere nel campionato italiano (19 punti, 27 di valutazione, 8/9 al tiro…). E poi c’è Banks, che dà vita a un duello strepitoso con Young (commovente la guardia veneziana: 29 punti), e demolisce ogni difesa granata a suon di serpentine, arresti-e-tiro vincenti, scelte intelligenti. E’ sempre lui, quando il momento di Varese sembra delicato (Ere con 4 falli, Polonara in panchina con il ghiaccio sulla caviglia), a ricacciare indietro l’ultimo assalto veneziano anche se a quel punto il pilota della Cimberio, Mike Green, è definitivamente tornato in controllo del bolide dopo un primo tempo non del tutto positivo.
Giovedì (20.30) Venezia avrà l’ultima occasione per allungare il quarto di finale, ancora al Taliercio oggi bollente e pian piano ammutolito, fino a tributare qualche applauso agli ospiti per il basket messo in mostra. Comunque vada, la serie pare segnata perché Mazzon ha dato l’impressione di averle provate tutte ma nell’ordine ha subito scarti di 18, 9 e 14 punti. Con una determinazione feroce sui volti dei biancorossi.
COLPO D’OCCHIO – Il “Taliercio”, rimesso a nuovo proprio grazie all’intervento diretto della Reyer, è imbottito di 3.500 spettatori perché di più proprio non si può, sotto la ampia copertura a volta. Clima bollente, con tifosi di casa arrabbiati per l’arbitraggio di gara-2 e pronti a fischiare tutto ciò che ricordi il biancorosso. Nella “gabbia” di plexiglass – piccola anche quella – un drappello di tifosi varesini con le insegne degli Arditi e dei White Skulls.
PALLA A DUE – Tocca a Dejan Ivanov stare a guardare nelle fila di Varese: Vitucci al bulgaro – non troppo convincente in gara2 – preferisce Talts. Il quintetto è quello di sempre, con Green a portare palla e Dunston a chiudere la formazione vicino a canestro. Una novità invece nell’Umana che inizia il match con Szewczyk e Hubalek come lunghi: fuori quindi Magro (problema alla spalla) e Marconato.
LA PARTITA – Primo quarto da playoff al Taliercio: si segna poco e si gioca di fisico con Diawara subito a due falli e percentuali basse. Chi ne risente di più è Sakota, impreciso al tiro e al passaggio (2 perse). Banks invece comincia bene: è lui a tenere Varese in scia all’Umana anche con una schiacciata-flash su assist di Green per il 17-17 del 10′.
Al rientro la Cimberio sbanda: tre palle perse aprono azioni veloci e permettono ai padroni di casa di scappare sul +6 con Diawara e Young. Vitucci ferma il gioco, chiede a Dunston uno sforzo e il pivot lo ripaga con 4 punti immediati che ridanno fiducia a Varese. I tiratori lombardi, fino a lì a secco, sfoderano quattro triple consecutive (De Nicolao, due Polonara, Ere) che vanificano il tecnico fischiato allo “Squalo” e capovolgono la situazione (31-39). A replicare però è stavolta Young, attivissimo in velocità e nei secondi possessi: la guardia chiude il primo tempo con 19 punti e, con il contributo di Diawara (su cui Cerella non può nulla) accorcia al 20′ sul 41-43, anche grazie a un rimbalzo “lasciato” da Varese dopo uno scontro tra due suoi giocatori.
Nel terzo periodo il punteggio fa l’elastico ma si intravede quale potrebbe essere il finale, e cioè tinto per la terza volta di biancorosso. Varese prende subito quota ma un timeout di Mazzon apre un parziale di 8-0 per i lagunari che arrivano a -2 e sbagliano con Zoroski il pallone del pareggio; Vitucci sembra un folle nell’ostinarsi a non chiamare la sospensione e invece ha di nuovo ragione lui. Banks è imprendibile, Green smazza assist e in un amen Varese corre a +10 e chiude ancora meglio (60-71) il parziale del 30′.
IL FINALE – A questo punto potrebbero accadere due cose: il ritorno della Reyer con le cartucce della disperazione o il crollo totale. Si verifica la seconda ipotesi, nonostante un Polonara panchinato per un infortunio (dovrebbe essere lieve, ma alla solita caviglia) ed Ere fuori con quattro falli. Qui però si vede la differenza di chi ci prova da solo (Szewczyk, gli ultimi fuochi di Young) e di chi invece avanza compatto verso l’obiettivo. Si vedono Rush, De Nicolao, pure Sakota con gli unici punti della sera e Talts che dà fiato a Dunston. Poi Bryant rientra e passa come un uragano (anche un canestro attaccando la difesa in palleggio, con conclusione schiacciata…) spingendo Varese anche a +20. L’Umana ne ha abbastanza, chiede e ottiene la resa, dà appuntamento a giovedì per un probabile congedo dai tifosi. Varese saluta i suoi fans e scappa in albergo: tra 48 ore proverà a chiudere la pratica.
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