Cinque maggio, su coraggio

Weekend infruttuoso per le squadre della provincia, un trend iniziato fin da metà settimana con le pessime notizie arrivate dalla pallavolo. Si consolano solo gli juventini

(d. f.) Dopo un weekend del genere, i soli tifosi varesotti che possono festeggiare non quelli di fede bianconera. Il panorama provinciale infatti è più cupo che mai e d’altra parte la settimana orribile della pallavolo (Busto estromessa, Villa ritirata) era stata di tremendo monito per tutti. Se la caduta della Cimberio non è di quelle che fanno disperare, ben diversi sono il ko della Pro Patria o il pareggio del Varese a Grosseto. E le delusioni non mancano anche nel calcio dilettanti, con Caronnese e Verbano inceppate a un passo dal traguardo. Ci sarebbe un’ottima Robur, ma per scaramanzia rimandiamo il voto al termine dei suoi quarti di finale. 

Pagellone numero 120 del 6 maggio 2013

Giuseppe Marotta 8 – C’è anche una firma varesina in calce allo scudetto della Juve (31° o 29°, ognuno li conti a modo suo) ed è quella dell’amministratore delegato nato ad Avigno e cresciuto in biancorosso. Al netto del tifo calcistico – vi prego: risparmiateci i soliti mille commenti del genere "asilo" – e delle simpatie personali (Marotta non è poi così amato dalle parti del "Franco Ossola") è innegabile l’ottimo lavoro compiuto in queste due stagioni dopo le topiche prese all’esordio con Del Neri e dintorni. Certo, il voto sarebbe potuto essere ancora maggiore se al posto dei bidoni stagionali Bendtner e Anelka (uno in estate e l’altro in inverno) fosse arrivato alla Juve un attaccante davvero decisivo, in grado di lasciare il segno anche in Europa. Ma è un appunto che non scalfisce una stagione con i fiocchi.

Caronnese 5,5 – È vero, questa stagione è stata a suo modo da record per la Caronnese che ha conquistato 60 punti in classifica e una serie, quella iniziale, di vittorie da grande squadra. La strada della formazione rossoblu però si ferma ancora una volta a un passo dai playoff: non ci sarebbe niente di male, se non fosse che è il terzo anno di fila che ciò capita. Ora che si è compiuto il "non c’è il due senza tre", speriamo che le cose girino in positivo dall’anno venturo anche sotto questo aspetto.

Marco Serra 4 – Come sapete, non ci piace parlare di arbitri e del loro operato, ma quello che ha fatto e disfatto il fischietto torinese di Pro Patria-Monza è da record. In una sola gara (purtroppo quella di ieri che doveva sancire la promozione dei Tigrotti: a loro voto 5) è riuscito a espellere tre giocatori, ammonirne cinque, cacciare tre persone dalla panchina della Pro Patria, tra cui medico e massaggiatore, oltre a dare un rigore molto dubbio al Monza e non concederne uno clamoroso su Serafini. Con tutta franchezza, preferiremmo di gran lunga veder dirigere un arbitro poco dotato rispetto a uno che si erge a protagonista in un giorno di festa (purtroppo mancata).

Varese 1910 4 – Difficile gettare la croce su un singolo giocatore per l’assurda rimonta subita a Grosseto. Impossibile imputare il patatrac a mister Agostinelli che, crediamo, è il più arrabbiato di tutti per quanto avvenuto in Maremma. E così nei premi ci mettiamo l’intero undici (anzi 14, visto che i subentrati hanno fatto peggio dei titolari) biancorosso che contro le ultime due della classe – Pro Vercelli e, appunto, Grosseto – ha raccattato la miseria di un punto in un momento cruciale della stagione. Ora, a parole, tutti parlano di volontà riscossa, ma permetteteci di fare come San Tommaso: finché non lo vediamo, non ci crediamo.

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Pubblicato il 06 Maggio 2013
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