Dislessia: l’ospedale rafforza l’assistenza
Grazie a un finanziamento di Telecom, la neuropsichiatria infantile del Ponte ha dedicato un ambulatorio solo ai problemi dell'apprendimento. Dai pediatri potrebbe arrivare un ulteriore aiuto
Cinque o sei mesi. Questo è il tempo di attesa all’ospedale di Varese per la prima visita con il neuropsichiatra infantile.
La crescente richiesta di valutazione dei disturbi dell’apprendimento ha mandato in tilt il sistema dell’assistenza pubblica: per veder riconosciuto il disturbo, il bambino ha bisogno di una certificazione che, di solito, non si riesce ad ottenere prima di un anno. I tempi lunghi portano spesso i genitori a scegliere la strada dei professionisti privati, più costosi ma più rapidi.
La prima visita, quando si tratta di un disturbo dell’apprendimento, è poi solo l’inizio del percorso. Per accertare problemi come la dislessia o la discalculia, infatti, occorrono almeno 10 ore di test e verifiche da parte dello specialista. Un iter lungo che si complica con i tempi d’attesa quasi infiniti.
Per tentare di arginare i tempi d’attesa crescenti, il primario della neuropsichiatria infantile dottor Giorgio Rossi ha ottenuto fondi dalla Telecom da destinare esclusivamente a un ambulatorio dedicato, che sarà gestito da uno dei più quotati esperti di disturbi dell’apprendimento, il dottor Cristiano Termine all’ospedale Del Ponte. Attivo già da un mese, conta di poter effettuare 150 valutazioni entro settembre, un numero congruo vistoche, attualmente sono circa 100 i pazienti che attendono la visita: « Avere un ambulatorio e una persona dedicata è un passo avanti – commenta il dottor Rossi – anche perchè, fino ad oggi, i neuropsichiatri infantili non potevano distinguere tra le diverse patologie».
«Le valutazioni per i Disturbi Specifici di Apprendimento – tiene a precisare il dott. Cristiano Termine, referente per il centro dei DSA di Varese e coordinatore nazionale dell’intero progetto per l’età evolutiva -sono complesse perché comprendono l’esame di molteplici fattori, dalla memoria alla capacità di lettura e scrittura, piuttosto che alla capacità di concentrazione, e richiedono pertanto molto tempo da dedicare a ciascun paziente. Questo aspetto, legato al sempre maggior numero di ragazzi, ma anche adulti, che ne hanno bisogno, ha determinato un allungamento dei tempi d’attesa tra la prima visita e gli accertamenti successivi».
E se questo è un buon punto di partenza, una svolta potrebbe venire dai pediatri di libera scelta. Sono, infatti, in corso dei confronti , coordinati dall’Azienda sanitaria, per dotare i pediatri di strumenti di valutazione per effettuare un primo monitoraggio della situazione: oggi il 50% dei casi analizzati non sono riconducibili alla dislessia. Poter effettuare sul territorio una prima valutazione, permetterebbe di ridurre le necessità e migliorare i tempi di attesa. Nei prossimi giorni, il confronto tra specialisti neuropsichiatri e pediatri proseguirà per definire linee guida condivise
Leggi l’intervista al dottor Termine sui diversi disturbi dell’apprendimento
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