Disturbano in classe, 4 studenti sotto inchiesta
La procura minorile chiede il rinvio a giudizio dei ragazzi per "interruzione di pubblico servizio". Tre inchieste in 4 anni in quella scuola per bullismo, ma la dirigente difende l'istituto. "Non é peggio che altrove"
Bullismo e minacce. Quattro ragazzi, studenti del Cfp di Bisuschio (nella foto), sono finiti davanti al giudice minorile di Milano, per aver organizzato una sorta di blocco sistematico delle lezioni dei loro professori. Il fatto, finora inedito, è accaduto lo scorso anno e già a novembre il pm minorile Annamaria Fiorillo aveva chiesto il rinvio a giudizio. La prima udienza si è celebrata ieri, a Milano, ma al di là di come andrà a finire, è la vicenda che desta preoccupazione. A leggere il capo di imputazione, si scopre che il reato contestato è l’interruzione di pubblico servizio: i quattro ragazzi, tutti italiani (due di 16 anni, uno di 17 e uno 14 anni, all’epoca dei fatti) sono imputati perché «con più azioni nell’ambito del medesimo disegno criminoso, presso il centro di formazione professionale del Piambello, nonostante i ripetuti richiamo degli insegnanti, disturbavano o comunque interrompevano il regolare svolgimento delle lezioni parlando tra loro ad alta voce, ascoltando musica tramite il telefono cellulare o ipad, uscendo dall’aula senza permesso».
TELECAMERE IN AULA
Provvedimento esagerato? A quanto pare, no. L’indagine è stata condotta dalla guardia di finanza di Gaggiolo e dietro le fredde parole del codice penale c’è in realtà una realtà molto difficile con cui i professori si sono trovati a operare in questi anni. Uno degli imputati (i ragazzi sono di vari paesi del Varesotto) è stato anche chiamato in causa per minacce perché aveva detto una bidella che lo aveva ripreso: «Ti sbatto la testa contro il muro». Di più: negli ultimi 4 anni la guardia di finanza è intervenuta con 3 diverse inchieste in quella scuola, indagando una ventina di studenti. Con il permesso dell’autorità giudiziaria in una prima indagine furono anche installate delle telecamere nelle aule. Si è proceduto per vari reati in queste indagini come furto, rapina, minacce, e spaccio di stupefacenti. Proprio da quest’ultimo reato erano partite le prime indagini della procura di Varese nel 2009, poi affidate per competenza alla procura dei minori di Milano. Nelle carte si trovano vari episodi con un comune denominatore: i bulli, sempre pronti a umiliare gli altri, e gli investigatori tendono a non sminuire la gravità di quanto accaduto. L’ultima indagine arrivata ora davanti al giudice è stata condotta con i professori come testimoni; ispezioni, sequestri, interrogatori, e due denunce. Tuttavia, la dirigente della scuola, professoressa Paola Mazzoni, ritiene che la situazione sia stata complicata ma non eccezionale: «Questa è una scuola come tutte le altre, il bullismo è un fenomeno che abbiamo contrastato, ma che é diffuso ovunque anche se siamo stati costretti a intervenire. Abbiamo sempre mantenuto il riserbo su queste vicende per non danneggiare i ragazzi».
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