Festa Cimberio all’ultimo respiro: si va a Siena sull’1-1

Due liberi di Green a 2"60 dalla fine e il successivo errore di Brown danno il successo a Varese che impatta la serie di semifinale (64-62) nonostante i falli che tolgono di mezzo Dunston

Varese squadra d’attacco, Varese appesa al suo totem Dunston, Varese che costruisce tante fortune sul tiro da 3. Tutto vero, ma non adesso: la Cimberio conquista la seconda partita di semifinale e si appresta a viaggiare sull’1-1 verso Siena con un match giocato all’incontrario rispetto a molti standard biancorossi. La squadra di Vitucci edifica la vittoria chiudendo il canestro alla Montepaschi (sintomatico il punteggio finale: 64-62, ospiti al 38% dal campo) e spuntandola quando un Dunston potenzialmente devastante (13 punti, 9 rimbalzi in soli 18′) è ormai in panchina con cinque falli. E poi si mette nelle mani di Mike Green, l’unico a trovare il canestro nei 2′ finali dove sia Siena si Varese sbagliano di tutto di più. Su quel 62-62 che pare non schiodarsi mai è la paura di vincere a farla da padrona fino a che gli ospiti vanno in bonus (a 6” dalla fine) e poi con Brown commettono un fallo decisivo su Green. Il playmaker va in lunetta (mancano 2”60 alla sirena), imbuca il primo libero e, tra lo stupore di tutti, anche il secondo: sport strano il basket dove talvolta, sbagliando, si guadagna un vantaggio (Siena avrebbe dovuto guadagnare il rimbalzo e coprire il campo per cercare un tiro difficilissimo). Banchi ha ancora un timeout e in quel minuto in cinquemila a Masnago (e chissà quanti davanti a tv e computer) si stringono l’un l’altro e si chiedono il perché della scelta.
Poi arrivano la rimessa di Siena e il tiraccio sbilenco di Brown che liberano la festa di tutto il PalaWhirlpool. Varese è viva, soffre ma regge l’urto dei campioni di tutto, si rimbocca le maniche ed andrà in trasferta su una nuova situazione di parità.
A Siena non si vince da una vita, ma quando in palio c’è una finale scudetto da arpionare queste sono cabale che vanno affrontate e sbranate con la medesima determinazione vista questa sera. La stessa che ha spinto i biancorossi a reagire anche dopo un fischio – antisportivo a Dunston steso a terra al 25′ – che ha rischiato di entrare nella storia al pari dello sfondamento di Holland su Gallinari nei playoff 2007 o di quello di Tabu su Slay in quelli del 2011. Ma questa volta la decisione killer non è bastata e la partita è finita diversamente da allora. Chissà se anche la serie seguirà un percorso differente: appuntamento a giovedì, qui in tanti ora ci credono un po’ di più.

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Semifinale gara2: Cimberio – Montepaschi 64-62 4 di 15

COLPO D’OCCHIO – PalaWhirlpool esaurito ad eccezione della gabbia destinata ai tifosi senesi (davvero pochini) e clima rovente all’interno del palazzetto dove prendono posto tanti volti noti del mondo del basket. Ai soliti si aggiungono Johnny Rogers, Riva, Djordjevic e altri ancora: la crema della pallacanestro italiana è nel bombolone di Masnago.

PALLA A DUE – Vitucci cambia rispetto a gara1, portando in panchina Talts e non Ivanov. Scelta opposta per Banchi che conferma Janning ma poi lo sfrutterà poco. Il quintetto di Varese, ancora in maglia nera, è quello consueto e si trova di fronte una Montepachi che inizia il match proprio con Janning in posizione di guardia. In campo dall’inizio anche Kangur nonostante la distorsione subita sabato.

LA PARTITA – Si capisce subito che il match sarà in equilibrio. L’avvio è firmato da Dunston che in 5′ fa pentole (6 punti) e coperchi (5 rimbalzi) prima di commettere un secondo fallo pesante. Varese va allora con Talts e guadagna un leggerissimo vantaggio con Banks, ma alla sirena è perfetta parità (19-19).
Anche l’estone con il passare dei minuti si carica di falli e allora Vitucci è costretto a quintetti leggerissimi, con Sakota e Polonara lunghi e De Nicolao ad azzannare in difesa. Scelta che paga perché arriva un leggero vantaggio (27-21) che però accende Hackett: l’azzurro reagisce subito e risponde colpo su colpo a Cerella, importantissimo per aprire la difesa con due canestri “quasi” da tre punti. Al 20′ però serve un piazzato di Green per rompere l’eterna parità: 38-36.
Varese però annusa che gli ospiti al tiro questa sera soffrono e allora stringono ancora le maglie. Siena non segna per oltre 5′ al rientro dagli spogliatoi mentre la Cimberio, pur faticando, allunga con il rientro di Dunston. Ecco però il fattaccio; il pivot rotola a terra per provare a recuperare un rimbalzo e da un arbitro arriva un fischio killer: antisportivo e terza penalità per Bryant. Masnago si infuria sul serio (e va incontro a una multa salata) anche perché il fischio vale 4 punti che sono aria pura per una Montepaschi in totale apnea. Con i nervi Varese riguadagna qualche punto ma la sirena dice 51-48, con un tecnico per parte a Green e Sanikidze che lasciano perplessi.

IL FINALE – Brown e Kangur pareggiano due volte, poi Green prova ad aprire la situazione con la tripla del 57-54 subito replicata da un’entrata di Ress. Si segna talmente poco che si potrebbe raccontare ogni singolo canestro, depurandolo dai tanti errori che lo circondano. Il più bello lo segna Sakota che batte Kangur con il piede perno, il più importante è di Talts (tripla), gladiatore anche a rimbalzo dopo il quinto fallo di Dunston. Addirittura Banchi toglie Eze per provare a contrastare l’uomo del Baltico autore del 62-58. Mancano 4′ e da quel punto Varese sbaglierà sia le forzature sia i tiri ben costruiti mentre Hackett ricuce (62-62). Chi segna per primo vince, come al campetto quando il custode deve chiudere e qui Siena spreca almeno due match ball imitata però dai padroni di casa (anche Sakota tradisce dall’arco). L’errore più grave è di Ress da vicino e allora Varese ha il possesso decisivo. Fallo per il bonus, fallo evitabile di Brown su Green. Poi i due liberi segnati, il minuto di terrore per la scelta biancorossa e la festa liberatoria. Cardiologi preparatevi, se continua così…

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Pubblicato il 28 Maggio 2013
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