Giuseppe Della Pepa, una storia di cent’anni. “Ho iniziato a lavorare in galleria a 13 anni”

Nato nel 1913, il primo maggio ha compiuto cent'anni. La sua è una lunga storia, che racconta anche com'è cambiato il lavoro in Italia

Quando è nato era in corso la guerra di Libia contro l’Impero Ottomano. Quand’era ancora un bambino, ha lavorato in galleria, prima di emigrare al Nord. «Sono parecchi anni», dice il signor Giuseppe Della Pepa da Laureana Cilento, che il 1° maggio ha compiuto cento anni. Una storia che ha attraversato un secolo di storia d’Italia e racconta quanto lunga è stata la strada del lavoro in Italia nell’arco di cento anno.
A tredici anni, nel 1926, il signor Della Pepa ha iniziato a lavorare nel cantiere di una galleria – quella di Torchiara – si costruiva il secondo binario della ferrovia Reggio Calabria-Napoli (su quei binari, trent’anni dopo, passarono i treni che portarono gli emigranti al Nord, l’armata della fame destinata alle industrie del Nord). «Lavorava per la ditta Zanetti di Bolzano, erano contenti di lui e volevano portarlo a lavorare al Nord, ma suo padre non gli diede il permesso perché era troppo piccolo», racconta la figlia. Racconta anche di altre fatiche incredibili, di macine da frantoio portati su per le mulattiere sui monti del Cilento, con i fratelli. «Siamo andati in cinque – ricorda – con un paranco di legno: due la guidavano e tre con le leve lo spingevano su. C’abbiamo messo mezza nottata. Ci dicevano: "se s’impegnano i Della Pepa, sta sicuro che ce la faranno"». Durante la guerra finì in Africa, a Tripoli, con l’esercito. Ma tornò a casa, per sua fortuna, richiamato in Italia perché terzo figlio al fronte. Nel dopoguerra «si faceva un po’ di contrabbando di farina e viveri», così si sopravviveva.

Lavorò poi a Benevento, in una ditta di spedizioni che lavorava con la ferrovia. Ma il mondo stava cambiando e negli anni Sessanta dal Sud le merci viaggiavano sempre più sui camion (prima quelli lasciati dagli americani, poi con i Fiat e gli Om prodotti a Torino e Milano). «Quando la ditta dove lavorava è fallita, è salito al Nord, perché mio fratello era già qui. Era nel 1966», racconta ancora la figlia minore. La famiglia allora si stabilì in via Monsignor Macchi, la prima zona di espansione popolare fuori dal centro cittadino, di là dai binari (le case costruite dall’INA casa, il primo programma nazionale per la casa varato dai governi DC).
Un anno di lavoro in fonderia a Rescaldina, poi quello "definitivo": «Lavoravo in una falegnameria a Marnate, alla ditta Galli, da Castellanza andavo a piedi». Ha lavorato fino al 1992, è andato in pensione a 79 anni. La famiglia è cresciuta, il signor Giuseppe ha avuto tre figli, cinque nipoti (Lisa, Francesco, Carmen, Alessandra ed Erminia), un pronipote (Maria Cristina). A Madonna in Campagna, dove si è stabilito vent’anni fa, il signor Della Pepa lo conoscono in molti: il primo maggio, festa del lavoro, tanti vicini di casa l’hanno festeggiato nel cortile dei palazzi di via Puglia (quelli della cooperativa Nuova Urbanistica) dove abita da vent’anni e passa.

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Pubblicato il 02 Maggio 2013
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