Il Varese si rovina il pomeriggio e la classifica

I biancorossi si fanno rimontare e acciuffare al 95' (2-2) dal Grosseto, al termine di una ripresa disastrosa dopo le prodezze di Neto ed Ebagua. E dal quinto posto solitario, si ritrovano sesti con il Brescia

A tempo già scaduto il Varese incassa il gol (con sospetto di fuorigioco) con cui si rovina un pomeriggio che fino a quel punto era stato largamente positivo. A Grosseto però il prolungamento concesso dall’arbitro Abbattista permette ai già retrocessi maremmani che raggiungono il pareggio (2-2) e fanno crollare in un sol colpo il Varese dal quinto posto solitario (il Novara aveva già perso in casa con il Bari) al sesto in coabitazione con il Brescia vincente a fatica sull’Ascoli. Ma i biancorossi di Agostinelli, al di là di quanto è successo nel recupero, devono prendersela prima di tutti con se stessi, perché hanno sprecato il doppio vantaggio (Neto ed Ebagua nel primo tempo) con una ripresa sgonfia e sottotono. Un calo fisico ma anche di concentrazione – incredibile il numero di passaggi falliti nel tentativo di mettere in moto gli attaccanti… – preoccupante per una squadra che avrebbe bisogno di restare sul pezzo fino alla fine, per provare ad agguantare una posizione playoff, che si disputino o no.
E invece, dopo l’uscita di Neto e il gol dell’1-2, la squadra di Agostinelli si è letteralmente arenata, rischiando in più occasioni di capitolare e non riuscendo più a combinare qualcosa di buono con la palla al piede. Certo, fa rabbia subire così il pareggio ma come si dice, “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. E forse oggi, più di altre volte, è emersa la qualità non proprio cristallina della rosa biancorossa, perché le riserve entrate a sostituire gli stanchi Neto, Ebagua e Ferreira al posto di dare una scossa hanno contribuito ad affossare la squadra. Ora ci sono tre squadre raccolte in un punto e solo due andranno ai playoff, tenuti vivi da uno scatenato Empoli e da un Livorno sorpreso nel finale dalla Ternana. Da sabato prossimo il Varese, che ospita il Crotone, è di nuovo chiamato a dare tutto.

COLPO D’OCCHIO – Sole e caldo sullo “Zecchini” di Grosseto con i tifosi toscani a godersi gli ultimi scampoli di Serie B di una squadra già condannata al ritorno in Lega Pro. La Maremma attrae anche un discreto numero di supporters varesini che si fanno sentire per tutto l’incontro, pur subendo una cocente delusione al fischio finale.

CALCIO D’INIZIO – Non ci sono cambiamenti alla formazione dettata, ruolo per ruolo, da Agostinelli fin dal giovedì. Il tecnico del Varese però inizia la partita con una soluzione differente rispetto a quelle utilizzate nelle scorse partite, ovvero il cosiddetto rombo di centrocampo. Filipe è il vertice arretrato, ai lati vanno Ferreira Pinto e Kone mentre Zecchin si mette alle spalle di Ebagua e Neto. Grosseto con qualche leggera variazione rispetto alle previsioni; non cambia però la posizione da punta avanzata per il cairatese Piovaccari. In panchina l’ex biancorosso Giovio.

IL PRIMO TEMPO – Il Varese Dottor Jekyll è quello che si vede nella prima parte di gara. Una squadra magari non debordante, non dominante, ma sicura nel fare il suo lavoro e capace di sigillare i 45′ di gioco con due prodezze firmate, tanto per cambiare, dalla coppia-gol (tornata tale grazie alla scelta del “rombo”) formata da Neto ed Ebagua.
I biancorossi ci mettono un po’ a ingranare perché il Grosseto non scende in campo rassegnato, e così la maggiore qualità del Varese inizia a vedersi solo intorno al quarto d’ora. Il primo gol arriva al 25′: una palla recuperata a metà campo finisce sulla fascia destra da dove Ferreira Pinto replica l’assist servito con il Cittadella e pesca a centro area Neto. Il capitano non si limita a segnare ma lo fa con una mezza rovesciata che è un pezzo di bravura (foto di S. Raso) e che vanifica l’opposizione di portiere e difensori.
La reazione maremmana non si fa attendere tanto che subito dopo Piovaccari sfiora il pareggio: l’attaccane ex Samp però sbaglia tutto a tu per tu con Bressan che ferma il suo colpo di testa a botta sicura. Lo stesso Piovaccari fa ancora peggio al 36′: questa volta, bruciato Corti nello spazio breve, il centravanti del Grosseto spedisce alto da pochi metri su un suggerimento da destra. E allora il Varese fa anche il cinico e prima dello scadere fa il bis: ancora Neto e Ferreira Pinto sono gli ispiratori, con un preciso triangolo sulla destra. Da lì parte il suggerimento del numero 10 per Ebagua che in area sceglie la soluzione più originale – il colpo di tacco – per convertire il rasoterra di Neto in un gol.

LA RIPRESA – Ed ecco il Mister Hyde biancorosso, che non si palesa subito ma inizia la trasformazione quando Neto lascia il campo per Martinetti, autore di una prova largamente incolore. Il capitano non è il classico architrave della squadra, ma forse la sua uscita ha fatto credere ai compagni che la pratica fosse già archiviata. Per la verità fino al 19′ non succede granché (anzi: all’8′ Donati salva sulla linea il possibile tris di Ferreira Pinto) ma quello è il momento dell’1-2: a ispirare il gol è Gimenez con un passaggio filtrante che trova pronto Piovaccari. Pucino alla disperata arriva sul diagonale dell’attaccante ma il suo tentativo di rinvio, proprio sulla riga, non va a buon fine e quindi forse si tratta di autorete.
Da lì in avanti il Varese non c’è quasi più: Brugman su punizione e Crimi in diagonale sfiorano il palo e il pareggio nel giro di un minuto, Corti è costretto a fermare Piovaccari in qualche modo. Quando poi i biancorossi provano a ripartire il disastro è completo: palloni gettati in avanti in modo impreciso, con Martinetti ricordato solo per aver guadagnato un cartellino giallo. In qualche modo però sembra che la buona stella assista Agostinelli e su un fuorigioco al 47′ sembra ormai il momento di incassare i tre punti.
Nulla di più sbagliato: a 10” dalla fine Zecchin commette fallo sulla tre quarti, il 49′ scade ma l’arbitro concede la battuta della punizione. Il Varese prova il fuorigioco che non funziona, e la coppia Feltscher-Coulibaly, sola davanti a Bressan, caccia il pallone in fondo al sacco demolendo così le speranze di quinto posto e vanificando i risultati dagli altri campi.

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Pubblicato il 04 Maggio 2013
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