“L’Italia è sazia, ma ci hanno ingannato e siamo più poveri”
Concita De Gregorio, insieme con la mostra di Giuliana Traverso, ha inaugurato SI, la terza edizione del festival della letteratura al femminile
“Che cosa succederà tra vent’anni in Italia? Nessuno ci sta pensando. E chi se ne dovrebbe occupare pensa ai prossimi venti mesi. O se va bene, ai prossimi venti giorni…”
Parole ferme, ma un po’ demoralizzate quelle della giornalista Concita de Gregorio, che venerdì pomeriggio ha aperto SI, la terza edizione del festival della letteratura al femminile presentando il suo libro “Io vi maledico”, edito con Einaudi, alla villa Montevecchio di Samarate. La rabbia, la paura, la fragilità sono i temi principali di questa raccolta di storie, apprese in giro per le strade d’Italia, trascrizioni delle voci della gente: perché ‘io vi maledico’ è una frase che tutti diciamo (o vorremmo dire). Le notizie di espressioni di rabbia strabordano dai nostri giornali con irruenza, tanto che ormai le troviamo rubricate nelle pagine di cronaca: il livello di tensione rabbiosa quotidiana è dato per scontato, è la normalità.
Le nuove generazioni non conoscono lo strumento della condivisione, dice la firma della Repubblica. L’Italia del NOI ha lasciato spazio al solo IO, politicamente e culturalmente figlia di quell’Italia nata negli anni 80, con l’imprenditorialità vincente e i broker.
E adesso? Adesso qualcosa è cambiato, c’è una nuova ricchezza, una grande abbondanza, una certa sazietà; ma è una sazietà apparente, perché in realtà risultiamo impoveriti dei beni più importanti. Il nostro Paese è pieno di gente che fa la cosa giusta, o almeno ne ha l’intenzione; e poi viene la classe dirigente, che tara tutto sulla convenienza e non agisce mai per il bene comune.
La parola “politica” è diventata impronunciabile, la si trova vergognosa: la più nobile delle arti, ridotta quasi ad uno strumento di paura. E proprio da qui nascono la fragilità sostanziale e la povertà di mezzi, che ci impediscono di trasformare la nostra rabbia in forza, in una ribellione costruttiva.
Quando Marco Giovannelli chiede: “Come può la memoria influire in un cambiamento per il futuro?”, Concita de Gregorio, madre di quattro figli, risponde con una lezione di marketing. “Quello che non costa non vale. E siccome alle nostre figlie non è costato niente andare a votare, non ci vanno! Ma dobbiamo raccontare loro nei dettagli la storia degli ultimi cinquant’anni: devono sapere che cosa significava essere una donna negli anni quaranta, sessanta, ottanta, duemila. Devono sapere che cosa significava volersi iscrivere a medicina, ma non poterlo fare”. E devono trovare il coraggio di dire “io vi maledico!” non per sfogarsi, ma per iniziare a fare qualcosa.
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