Mauro Colombo: «La situazione è grave. Servono strumenti per agevolare l’impresa»
Fatturato e ordini in discesa: la crisi che non passa. L’analisi congiunturale di Confartigianato Imprese. Diminuiscono le richieste di finanziamento tramite Artigianfidi Lombardia
Nel primo trimestre 2013 peggiorano, seppur sensibilmente, la produzione e l’occupazione. A dirlo è l’analisi congiunturale realizzata sulla base dei dati provenienti da Unioncamere Lombardia, dall’Area Amministrazione Personale di Confartigianato Imprese Varese e da Artigianfidi Lombardia (struttura per il credito di Confartigianato Imprese Varese).
L’andamento produttivo per destinazione economica mostra una situazione tendenziale negativa soprattutto nei beni finali (-11,52%). Nei beni intermedi si ha un decremento del -6,80%, mentre i beni d’’investimento segnano un -6,03%. Rispetto al 1° periodo del 2012 e al 4° trimestre 2012, tutti i settori accusano cali produttivi a due cifre.
Fatturato: -9,25% nei confronti del 1° trimestre 2012 e -5,03% rispetto il trimestre precedente. La quota estera cresce e interessa il 5,64% del fatturato totale.
Tasso d’utilizzo degli impianti: scende di 1 punto percentuale rispetto alla precedente rilevazione e si fissa al 61,66%. La percentuale più elevata è nel legno (72,17%); quella più bassa nei minerali non metalliferi (36,16%). Il livello degli ordinativi acquisiti nel trimestre, se confrontato con il 1° trimestre 2012, segna un -10,66%: questa percentuale si ottiene dalla media tra il -8,66% del mercato interno e il -9,23% del mercato estero. E’ sempre negativo il confronto con il 4° trimestre 2012: calo del -6,94%.
L’occupazione è ancora in flessione con un -0,96% (unico dato in rialzo quello della carta con un 1,69%). I numeri della CIG in deroga del 1° trimestre 2013 superano la metà di quelli toccati nell’intero 2012. Dalle procedure di gennaio – marzo 2013, risulta che il settore con le maggiori difficoltà è ancora la Meccanica con 168 pratiche seguito dal TAC (60) e dalla Plastica (20).
Livello delle scorte dei prodotti finiti: adeguato dal 59% delle imprese intervistate; per le restanti aziende le valutazioni di scarsità prevalgono su quelle di esuberanza, portando il saldo a – 19,70% (dato in forte calo). Il 57% delle imprese non tiene scorte (identico al valore del precedente periodo). Per quanto riguarda le scorte di materie prime, il 44% delle imprese ritiene adeguato il livello con un saldo pari a -7%; il 35% degli intervistati afferma di non tenere scorte. I prezzi medi delle materie prime hanno subito lievi aumenti (+1,48%), mentre sono stabili quelli dei prodotti finiti (-0,44%). Il maggior incremento nei prezzi delle materie prime ha, in particolare, interessato i minerali non metalliferi con una percentuale del 3,22%. Fra i prodotti finiti l’abbigliamento accusa i maggiori decrementi dei prezzi (-2,93%), mentre sono gli alimentari a mostrare lievi incrementi (+1,23%).
Credito agevolato
Diminuiscono le richieste di finanziamento tramite Artigianfidi Lombardia. Quelle deliberate positivamente sono 838 contro le 869 del 2012; i volumi intermediati sono stabili a 44 milioni. Cresce l’importo medio del finanziamento deliberato dal Confidi: 54.000 euro.
Le erogazioni da parte degli istituti delle banche aumentano del 12% rispetto allo stesso periodo del 2012 passando da 39 a 44 milioni di euro finanziati alle nostre imprese (nel quarto trimestre le erogazioni erano pari a 39 milioni di euro). La selettività delle banche diminuisce di un punto percentuale e si assesta al 4%. Le pratiche in attesa sono circa 273 per un volume di 14 milioni di euro. Aumenta la richiesta di liquidità e per investimenti rispetto agli anticipi. La quota di breve termine si attesta intorno al 70% rispetto al 30% a medio lungo termine. La quota di anticipi si attesta al 70% rispetto al 17% della liquidità e al 13% degli investimenti.
«Secondo le previsioni delle imprese – dichiara Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Imprese Varese – la produzione dovrebbe diminuire del 25%. Si prevede anche una flessione della domanda interna del 30% e una ripresa della domanda estera. Il mercato del lavoro dovrebbe arretrare del 21% e il fatturato calare del 31%. Non si può più attendere: si fanno ormai urgenti interventi risolutivi a favore delle imprese per tagliare il costo del lavoro, diminuire la tassazione locale, sfoltire gli obblighi burocratici. È tempo di “liberare” l’impresa da quei vincoli che non le permettono di reagire e che tolgono voglia di intraprendere. La situazione è grave e il senso di responsabilità, da parte di tutti noi (anche a livello territoriale), deve essere alto. Facciamo rete: condividiamo (idee e progetti), cooperiamo (ciascuno di noi in ciò in cui riesce meglio) e agiamo insieme con rapporti stabili di integrità, trasparenza e partecipazione. Perché è anche attraverso la collaborazione fatta di saperi, esperienze e professionalità che si potrà dare un futuro a questo nostro territorio».
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