Miogni, la Regione in visita al carcere. Torna l’ipotesi della chiusura
Incontro in commissione speciale Carceri con il provveditore regionale Aldo Fabozzi. Sul tavolo anche il tema del reparto per disabili di Busto pronto dal 2007, ma fermo
L’ipotesi della chiusura dei Miogni torna a farsi strada. Nella seduta della commissione speciali Carceri in Regione, i consiglieri regionali ne hanno discusso con il provveditore regionale del dipartimento di Amministrazione penitenziaria Aldo Fabozzi. Proprio Fabozzi qualche mese fa aveva parlato dell’ipotesi di chiudere la struttura di Varese e di trasferire le persone detenute – a seguito di un ampliamento – nella Casa circondariale di Busto Arsizio.
«Quella di Varese – ha dichiarato Fabozzi – è una struttura inadeguata che è anche oggetto di un decreto nazionale di chiusura che è rimasto lettera morta. È un edificio totalmente in contrasto con le norme che regolamentano la vita dei detenuti, dove non sono pensabili interventi massicci anche di ampliamento vista la posizione nel centro cittadino». L’ipotesi continua ad essere quella del trasferimento a Busto: il provveditore ha parlato di un intervento di ristrutturazione di un’ala attualmente vuota.
A seguito dell’intervento del Provveditore regionale, la Commissione ha quindi fissato una visita ufficiale al carcere di Varese (in programma settimana prossima) e di conseguenza la firma di una risoluzione all’unanimità da portare in Aula consiliare. «I dati emersi oggi in Commissione – ha detto il presidente Fabio Angelo Fanetti – sono importanti perché c’è la volontà concreta di affrontare la questione del sovraffollamento delle carceri con l’ampliamento di alcuni istituti e anche di portare avanti progetti che introducono una visione diversa dal carcere non esclusivamente luogo di detenzione e pena».
Sul tavolo della discussione è arrivato anche il tema del reparto di Busto dedicato ai detenuti disabili completamente fermo e vuoto. Un altro problema, infatti oltre al reperimento di risorse per fronteggiare le spese correnti, riguarda gli educatori (mancherebbe all’appello il 50% del personale necessario) e gli operatori sanitari necessari ad avviare l’attività del reparto di riabilitazione per disabili a Busto Arsizio. Fabozzi ha ricordato infatti che questa sezione esiste dal 2007 ma a tutt’oggi resta inattiva per mancanza del personale medico, che la Asl dovrebbe fornire. Proprio su questo la commissione ha chiesto di incontrate l’assessore alla Sanità Mantovani.
L’incontro è stata anche l’occasione per fare nuovamente il punto sui numeri – sempre più preoccupanti – del sovraffollamento con le due critictà maggiori: a Milano 1687 detenuti contro 1100 circa di tollerabilità e a Busto Arsizio 408 carcerati contro un limite di tollerabilità di 297 presenze.
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