Per loro non c’è crisi, arrivano i cinesi di Tao Bao
Ha aperto un nuovo mercatone in centro città, di fronte alla stazione nord. La città cambia e proliferano i low cost orientali che offrono qualunque tipo di prodotto
La notizia è che le nuove aperture commerciali stanno modificando radicalmente il volto di Varese, della Lombardia e dell’Italia intera. Da noi i quartieri si riempiono di minimarket cinesi, e di negozi di compro e vendo oro. Oggi a Varese ha fatto la sua comparsa uno dei negozi tipici di questi fenomeni epocali del consumo. Un market a proprietà cinese, che si presenta come un negozio generalista, a prezzi economici, in spazi ricavati alla ex Combipel di via Casula. L’inaugurazione è stata sobria, con palloncini, bibite e salatini. A condurre il negozio è il signor Paolo Liu: si chiama Tao Bao, come l’ebay cinese, un nome in ogni caso facile da ricordare. All’apertura tanta clientela, che, richiamata dai palloncini e del movimento, si è riversata dentro il negozio, correndo, trascinando passeggini, trangugiando salatini, dove i commessi cinesi servivano i clienti con piglio sicuro. «Ho lavorato a Brescia in un negozio come questo – spiega il direttore Paolo Liu – e ora sono qui. Vendiamo prodotti italiani e non solo cinesi. Manca solo l’alimentare». Gli acquisti vengono gestiti dalla catena. Tao Bao, lo si legge nel sito, ha iniziato nel 2004 con un store a marchio «Hao Mai». «Siamo il mercatone cinese più importante del nord Italia» dice l’azienda. Nel mese di novembre del 2011, la "Hao Mai Mercatone" ha inventato il nuovo logo "Tao-Bao Market". I cinesi dicono di offrire 50mila articoli in ogni singolo negozio. Cercano locali di almeno 1000 metri quadri per le nuove aperture. Ovviamente puntano sul prezzo basso. Ma d’altronde non è una prerogativa solo cinese aggredire questo mercato, come dimostra il successo del marchio lombardo “Moreno dove tutto costa meno”, negli ultimi 15 anni, a Varese e dintorni.
Qui al Tao Bao si corre, Paolo Liu sorride ai clienti ma è timido e non vuole foto. Spiega che Varese per loro è una piazza molto importante. I fornitori stanno ancora caricando i prodotti sul retro di via Adamoli.
IL COMMERCIO CINESE
Questo tratto di Varese sta diventando un piccolo angolo di Cina. Comunque la si pensi, darà vita a una palazzina commerciale che, nel tempo, da progetto urbanistico innovativo è divenuto un raduno notturno di varie tribù metropolitane. Anche il locale adiacente, King Cross, è gestito da commercianti cinesi e qualche giorno fa la polizia ha comminato delle multe, ma oggi è aperto come sempre. Il commercio orientale in provincia di Varese sta spopolando. Qualche esempio? Partiamo dai piccolissimi, le sartorie per le riparazioni artigianali. Dopo la prima nata nel capoluogo dentro il negozio Le Corti, ne è nata un’altra in via Dazio Vecchio, a pochi metri di distanza, poi altre gemelle, l’ultima in via Crispi qualche mese fa. I negozietti multiprodotto sono diffusi ovunque, ad esempio in via Bagaini, dove si vendono dalle scarpe ai vestiti; o ancora in via Morosini, o in via Sanvito, dietro la caserma della guardia di finanza. E poi i bar, il Plus Lounge di via Vittorio Veneto ad esempio è gestito da cittadini cinesi, o per citarne uno attivo da tempo c’è la pizzeria del vecchio circolo familiare di Casciago, dove il proprietario è cinese, il pizzaiolo egiziano, i vecchietti casciaghesi e c’è il club Juventus. Ma l’elenco potrebbe essere lungo. E’ la città che cambia, entrano nuovi capitali, la crisi spazza via senza pietà tanti negozi che amavamo e le associazioni del commercio devono fare i conti, oggi, anche con questi mutamenti epocali.
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