Restelli: “Si dovrebbe essere orgogliosi di vivere a Venegono”

Intervista al candidato sindaco della lista civica “Bene in comune” per le elezioni amministrative a Venegono Superiore, in programma a fine maggio

«Vorrei solo che ci si sentisse orgogliosi di vivere a Venegono». Roberto Restelli è il candidato sindaco della lista civica “Bene in Comune” e si definisce l’outsider delle prossime elezioni amministrative, nonché l’unica vera lista civica del paese «con tutte persone che non hanno mai avuto nulla a che fare con la politica in passato».

Restelli ha 61 anni, da pochi mesi è in pensione dopo aver lavorato per più di 30 anni alla Michelin a Milano, prima come responsabile della guida dedicata alle ristorazioni, poi come responsabile dell’ufficio stampa dell’azienda. Sposato e con due figli è anche presidente dell’associazione Genitori quasi perfetti, nata alla fine degli anni ’90. «Proprio la volontà di creare un maggiore associazionismo in paese è uno dei nostri punti guida – spiega Restelli -. È assurdo che si debba andare a Castiglione per erogare servizi per famiglie di Venegono». Tutte le news e i candidati alle elezioni a Venegono Superiore

 

Cosa l’ha spinta però a mettersi in gioco di persona?

«All’inizio la mia candidatura era l’ultima delle idee, mi interessava mettere insieme una rete per rivitalizzare delle zone di Venegono che vengono spesso ignorate». 

 

Come definirebbe la lista?

«La nostra non si caratterizza per una candidatura specifica, ma con tutti i cuoi componenti, perché un altro paese e possibile. Nessuno della lista ha mai avuto cariche politiche, ognuno dei candidati una competenza ben precisa che si vuole sfruttare in un eventuale ambito amministrativo in caso di vittoria elettorale». (dopo il video continua l’articolo…)

 

Quali i punti principali del programma?  

«Uno dei primi punti è la revisione della macchina amministrativa, per capire come sono state impiegate le risorse. Anche per ridistribuirle in maniera forse più equa. Proprio per creare una maggiore partecipazione vogliamo introdurre comitati di quartiere e decidere insieme a loro questa ridistribuzione delle priorità. Noi vogliamo tessere reti dove spesso le precedenti amministrazioni hanno tessuto tranelli.

 

Come mai secondo lei ci sono così tante liste, ben sei, e tre anni fa erano anche sette?

«È classico di Venegono, non ci si riesce a discostare da questa rissosità. Non so perché sia così, ma è molto radicata. Forse anche per la conformazione territoriale che non ha un centro, e in questo rientra la volontà di fare una lappatura degli spazi per fare cultura. È per questo che abbiamo deciso di fare una campagna con metodi di altri tempi, come la macchina con il megafono, andare al mercato. Vogliamo mescolarci e non arroccarci nel palazzo, incontrare le persone e parlare con loro, non dare per scontato il loro voto. Venegono ha potenzialità che restano inespresse. Le persone si devono sbarazzare del senso di rassegnazione». 

 

Un sogno per Venegono?

«Abbiamo un’idea diversa di paese, vogliamo che si persegua la socialità. Nel nostro programma ci sono sette punti, ma vorremmo che la gente trovi il piacere di abitare Venegono. Oggi il paese è isolato, non siamo dentro a nessun circuito culturale. Vorremmo che la gente sia contenta di stare qua, vedo oggi una grande rassegnazione. Ci sono tante opportunità da poter sfruttare».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Maggio 2013
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