Sequestrate le cartelle cliniche della madre che voleva uccidere i figli
La Procura sta cercando di ricostruire la storia clinica della donna che sabato ha gettato i due figli dal terzo piano, entrambi salvi per miracolo. La donna aveva chiesto lei stessa il ricovero per paura di fare del male agli altri
Il sostituto procuratore di Busto Arsizio Mirko Monti ha chiesto questa mattina la convalida dell’arresto della mamma che sabato ha gettato i suoi due figli di 4 e 6 anni dal balcone dal terzo piano di un palazzo di via Boccaccio. La 42enne con tutta probabilità rimarrà agli arresti domiciliari in una clinica psichiatrica mentre prosegue l’indagine per accertare quanto avvenuto quella maledetta mattina del 18 maggio e perchè la donna si trovasse a casa dopo il ricovero durato 21 giorni richiesto da lei stessa «perchè facevo brutti pensieri – ha detto nel primo interrogatorio davanti al magistrato – pensavo di fare del male a me e agli altri». La donna era uscita dall’ospedale il 10 maggio e il marito – dalle varie testimonianze raccolte – era molto preoccupato della sua presenza in casa anche se lo stesso magistrato, per ora, esclude vi siano stati segnali precedenti al gesto di sabato che avrebbero potuto far pensare ad una eventualità del genere.
Un dramma che si sarebbe potuto evitare? E’ questa la domanda che tutti si pongono e alla quale la Procura dovrà dare risposta soprattutto ora che ha sequestrato le cartelle cliniche dell’ospedale di Busto Arsizio, relative allo stato di salute mentale di S.B.. Nei prossimi giorni verrà sentito anche il marito e padre dei due bambini, ancora ricoverati uno all’ospedale di Legnano e l’altro a Bergamo. Le loro condizioni sono stabili, secondo le ultime informazioni ricavate da ambienti ospedalieri, anche se la prognosi rimane riservata. Il più grande, ricoverato a Legnano, mangia regolarmente e guarda anche i cartoni animati alla tv. L’ospedale ha messo a disposizione anche uno psicologo per lui e per il padre. Stabile anche la situazione della più piccola che ha riportato una frattura al bacino.
La donna, dunque, era stata ricoverata attorno al 20 aprile nel reparto di psichiatria di Busto Arsizio dove era in cura presso il Centro Psico-Sociale dell’ospedale e le era stata diagnosticata un disturbo della personalità borderline del quale soffriva da lungo tempo. S.B. assumeva farmaci anti-depressivi classici e quel sabato – dopo aver gettato i figli dal balcone – era apparsa molto confusa agli occhi degli inquirenti che l’hanno ascoltata. Per il momento il magistrato non ha ritenuto di aprire ulteriori fascicoli se non quello per tentato omicidio nei confronti dei due bambini.
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