Univa: “Nell’economia varesina continuano a dominare tensioni e incertezze”

I risultati dell’indagine congiunturale sul primo trimestre: Il 47% delle imprese segnala un calo della produzione e aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali: +27% le ore di Cigo, Cigs e Cassa in deroga rispetto ad un anno fa. Aumenta, invece, l’export grazie ai Paesi Extra-Ue

I primi mesi del 2013 sono stati caratterizzati ancora da tensioni ed incertezze: è questa la fotografia sul sistema manifatturiero locale che emerge dall’Indagine Congiunturale sul primo trimestre dell’anno svolta dall’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.

LA PRODUZIONE
Nel sistema produttivo varesino tengono le imprese che si rivolgono a paesi extra-UE o che operano in nicchie di mercato altamente specializzate, ma i risultati ottenuti da queste non sono sufficienti a compensare interamente le perdite registrate nel mercato nazionale e all’interno dell’Unione Europea. La debolezza dei consumi interni italiani, infatti, continua a penalizzare la maggiore parte delle imprese che operano nel mercato nazionale, così come la crisi a livello europeo sta avendo impatto sulle aziende che esportano principalmente nei mercati UE, il 50% dell’export varesino.
L’andamento della produzione nel primo trimestre del 2013 riflette queste difficoltà e le imprese del campione si dividono tra coloro che non hanno rilevato variazioni rispetto ai bassi livelli produttivi toccati negli scorsi mesi (il 49%) e coloro che hanno dichiarato un decremento (il 47%). Solo il 4% ha registrato un incremento della produzione.



LE ATTESE

Il panorama attuale è influenzato da molteplici fattori di rischio che caratterizzano il sistema politico ed economico e fanno sì che le previsioni per i prossimi mesi si mantengano cautelativamente conservative e siano altamente volatili. Il 71% delle imprese intervistate, infatti, non prevede mutamenti nella produzione nel prossimo trimestre riuscendo difficilmente ad avere una visione chiara non solo di lungo periodo, ma anche di breve. Per contro il 17% si attende un ulteriore peggioramento e il 12% un miglioramento.

GLI ORDINI
La dinamica del portafoglio ordini si presenta stabilmente basso, anche se in leggero miglioramento: il 54% delle imprese intervistate ha, infatti, dichiarato ordinativi immutati rispetto al trimestre precedente, il 31% in crescita e il 15% in diminuzione. Questi dati, pur influenzati da fattori di crisi e incertezza interni al nostro Paese, riflettono in gran parte l’andamento degli ordinativi esteri che mostrano una miglior tenuta rispetto a quelli interni.

MERCATO DEL LAVORO
Il mercato del lavoro riflette gli andamenti dell’economia e della produzione. A livello nazionale il numero di persone occupate è diminuito, soprattutto tra le fasce di età più basse, e il tasso di disoccupazione è salito al 10,7% (media 2012, Istat). A livello locale il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’8,5% nel 2012.
I dati di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (Cigo) riflettono queste tensioni: nel primo trimestre del 2013 sono, infatti, state autorizzate 5.489.033 ore di Cigo all’interno del comparto industriale, in aumento del 17,4% rispetto ai primi tre mesi del 2012, mentre sono in riduzione (-23,9%) se il confronto viene fatto con i livelli dell’ultimo trimestre 2012. A livello settoriale l’incremento nel numero di ore autorizzate di Cigo rispetto allo scorso anno è pressoché generalizzato, ad eccezione dei settori tessile-abbigliamento e chimico e farmaceutico che registrano una contrazione.
Analizzando l’andamento degli altri ammortizzatori sociali, si evidenzia, per il comparto industriale, un incremento delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Straordinaria (+65,2% rispetto allo stesso periodo del 2012) ed una riduzione di quella in deroga (-82,5%). Complessivamente (considerando Cigo, Cigs, deroga) sono state autorizzate 9.250.573 ore, in aumento del 27% rispetto al primo trimestre del 2012.

MERCATI INTERNAZIONALI: IL BILANCIO DEL 2012
Gli ultimi dati disponibili sul commercio estero varesino sono quelli relativi all’intero anno 2012 e mostrano una tenuta delle esportazioni, grazie soprattutto al dinamismo dei mercati extra-UE, accompagnato da un calo delle importazioni dovuto alla contrazione della domanda interna.
Nel 2012 le esportazioni varesine hanno raggiunto 9.917 milioni di euro, in aumento del 6,1% rispetto al 2011. Per contro l’import è diminuito del 10,9%, fermandosi a quota 5.797 milioni di euro. Risultato: il saldo commerciale varesino è rimasto positivo (+4.120 milioni di euro) e in crescita del +45,2% rispetto al 2011. Varese continua a rimanere tra le prime dieci province esportatrici in Italia. A conferma di ciò, l’elevato rapporto di copertura (export/import) dell’economia locale che indica come nel 2012 per ogni 100 euro importati ne siano stati esportati 171, ben più della media nazionale (pari a 103).
L’analisi dei mercati di riferimento delle nostre esportazioni mette in luce le difficoltà che stanno vivendo i Paesi dell’Unione Europea e traccia nuove vie di sviluppo. Le esportazioni varesine verso l’Unione Europea, infatti, nel 2012 sono risultate pressoché stabili (-0,7%) rispetto al 2011, inoltre si segnala un deterioramento verso Francia e Germania, primi due mercati di riferimento che insieme pesano per il 22% sui flussi commerciali in uscita della provincia. L’export verso la Germania è peggiorato gradualmente nel corso del 2012 e, a fine anno, segna una variazione complessiva del -0,5% rispetto al 2011. Le esportazioni verso la Francia, (secondo mercato di riferimento) sono diminuite del 3,7% nel 2012, riflettendo i primi segnali di una crisi più accentuata rispetto alle attese e di una contrazione dei consumi. Per contro le esportazioni varesine sono state trainate dall’andamento dei flussi commerciali in uscita verso le aree extra-UE. Tra i paesi europei non appartenenti all’Unione Europea è cresciuto in modo consistente l’export verso la Russia (+52%) e la vicina Turchia (+44,3%). Tra le aree emergenti si segnalano buone performance verso l’Africa (+31,2%) e il Medio Oriente (+37,1%). Infine si evidenzia anche una tenuta del mercato statunitense (+6%), che, pur avendo una struttura economica simile ai paesi dell’Unione Europea, è meno al centro della crisi.
Il risultato positivo complessivo delle esportazioni non è, però, generalizzato, ma concentrato in particolari nicchie produttive.
Nel metalmeccanico le esportazioni hanno registrato una crescita dell’8,1%, a fronte di una contrazione del 2,9% delle importazioni; il risultato in termini di export è differenziato in base ai comparti: performano bene le imprese impegnate nella produzione di macchinari (+9,9%) e nell’aerospazio (+27,7%), mentre mostrano segnali di difficoltà le produzioni di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-9,5%).
Il tessile-abbigliamento ha registrato un calo sia delle esportazioni (-4,9%) che delle importazioni
(-22,1%), imputabili ad entrambi i comparti del settore: sia i prodotti tessili, sia l’abbigliamento.
Anche i flussi commerciali sia in uscita che in entrata del settore gomma e materie plastiche si sono contratti: -1,3% il calo delle esportazioni e -6,2% quello delle importazioni.
Il settore chimico e farmaceutico ha, invece, registrato variazioni positive in termini di export (+2,2%), soprattutto nel comparto farmaceutico, a fronte di una consistente contrazione dell’import (-23,1%).



ANDAMENTI SETTORIALI

Settore metalmeccanico. Il settore metalmeccanico nel primo trimestre del 2013 ha mediamente mantenuto un profilo stabile rispetto alla rilevazione precedente, frutto però di andamenti differenziati sulla base dei comparti di riferimento; tengono, infatti, meglio le imprese che operano in particolari nicchie produttive altamente specializzate, mentre sono in sofferenza le produzioni maggiormente legate al mercato del consumo finale, soprattutto nazionale.
Sotto il profilo produttivo la maggioranza delle imprese intervistate (71%) ha segnalato livelli produttivi immutati rispetto al trimestre precedente, ma il 28% ha registrato una contrazione.
Sono orientate alla stabilità le aspettative a breve con il 72% delle imprese analizzate che prevede una continuità nei livelli produttivi. La consistenza del portafoglio ordini nel primo trimestre del 2013 è stata stabile, così come ha dichiarato il 68% delle imprese intervistate. Segnala però miglioramenti negli ordinativi il 28% del campione, trainati dagli ordini sui mercati esteri.

Settore tessile-abbigliamento. All’interno del settore tessile-abbigliamento si rileva un rallentamento congiunturale nel primo trimestre del 2013, dopo il rimbalzo tecnico segnato in chiusura 2012. Sotto il profilo produttivo, infatti, la maggior parte delle imprese intervistate ha dichiarato un peggioramento rispetto al trimestre precedente, dovuto in parte anche a motivi stagionali tipici del settore.
Le aspettative a breve mantengono un andamento prudenziale con il 75% delle imprese che hanno partecipato all’indagine che si attendono una stabilità nei livelli produttivi.
Il portafoglio ordini nel primo trimestre dell’anno ha, invece, un andamento differenziato: il 47% delle imprese del campione ha dichiarato un mantenimento degli ordini complessivi rispetto al trimestre precedente, il 22% un calo e il 31% un incremento.

Settore chimico e farmaceutico. La congiuntura del settore chimico e farmaceutico rimane stabile. Dal punto di vista produttivo nel primo trimestre 2013 la maggior parte degli imprenditori intervistati (69%) ha, infatti, dichiarato livelli produttivi invariati rispetto al trimestre precedente.
Anche le aspettative a breve sono orientate alla stabilità e riflettono la difficoltà delle imprese di fare previsioni a medio-lungo termine. Il 66% delle imprese del campione prevede il mantenimento degli attuali livelli produttivi.
La consistenza del portafoglio ordini è positiva con il 70% delle imprese intervistate che ne dichiara la crescita, trainata in gran parte dai mercati esteri: il 77% del campione segnala, infatti, un aumento degli ordini esteri. Rispetto agli altri settori analizzati la percentuale di risposte evidenzia un basso livello di stabilità degli ordini totali (7%).

Settore gomma e materie plastiche. Nel primo trimestre del 2013 l’andamento congiunturale delle imprese del settore gomma e materie plastiche risente delle difficoltà dell’economia: il 45% delle imprese del campione, infatti, ha segnalato una produzione in calo rispetto al trimestre precedente, contro il 41% che registra livelli produttivi stabili e il 14% in crescita.
Per il breve periodo le imprese si aspettano un mantenimento o un leggero miglioramento rispetto ai bassi livelli produttivi attuali: il 59% delle imprese del campione non prevede mutamenti, mentre il 41% segnala la crescita.
La consistenza del portafoglio ordini riflette il profilo produttivo: il 45% nel campione analizzato ha subito un peggioramento degli ordini totali, il 45% non ha segnalato variazioni e il 10% ha registrato un aumento. Analizzando i dati relativi agli ordini esteri si evince uno scenario orientato alla stabilità, con il 78% del campione intervistato che afferma di non aver subito variazioni negli ordini di paesi stranieri, mentre il 18% ne segnala la crescita.

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Pubblicato il 02 Maggio 2013
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