Varesini in Regione, abbiate attenzione agli ospedali del capoluogo
Una strumentista in maternità provocherà la contrazione del lavoro delle sale operatorie in alcuni reparti specialistici: tutto perchè ci sono meno versamenti da Roma alle Regioni, che non possono far fronte nemmeno a quella che dovrebbe essere la quotidianità
Si deve a Valeria Deste (La Provincia ) e Giuseppe Adamoli (Varesenews- blog) una prima informazione, seguita da commenti, sulle iniziative, coordinate dal besozzese dott. Rizzi, presidente della Commissione Sanità della Regione, in ordine a un altro passo avanti nell’assistenza sanitaria al popolo lombardo e del resto d’Italia, visto che da tutta la Penisola in molti vengono da noi a curarsi.
I link sono una splendida, saggia invenzione che tra l’altro evita riassunti lacunosi e facilitano nascita e sviluppi delle opinioni personali. Il fatto che subito ci siano stati commenti e opinioni la dice lunga sull’importanza delle ipotesi prospettate dal presidente Rizzi (foto), che illustra con il merito di una conoscenza tecnica dei problemi e con il demerito, onestamente e con chiarezza presentato, di una visione di alcuni aspetti del progetto un tantino verbanocentrica. Ma non si può essere leghisti se non c’è attenzione alla propria terra.
La riforma prevede una variazione amministrativa delle aree sanitarie e mutamenti della funzionalità “medica” delle strutture. Credo sia giusto e bello cominciare a discuterne, ma gli approfondimenti veri sulle scelte, in particolare quelle su strutture e assistenza offerta alla popolazione, saranno efficaci e utili solo quando si conosceranno i progetti definitivi e il loro costo, particolare questo non piccolo in tempi di feroce crisi finanziaria.
Un futuro nel segno del progresso è sempre auspicabile se non diventa causa di negatività per il presente: sarebbe infatti un ulteriore passo indietro per il capoluogo se gettandoci tutti con fervore sul piano Rizzi dimenticassimo il presente dell’ospedale di Circolo sottoposto a salassi di diversi tipo come i posti letto, il flop gestionale in reparti di stretta competenza universitaria, la ridotta capacità assistenziale per i deficit aziendali in ordine al personale.
E i deficit aziendali sono dovuti ai soldi che Roma non dà più alle regioni, nel nostro caso Milano a Varese.
Per esempio ci sono voci sulla possibile diminuzione di utilizzo delle sale operatorie da parte di alcuni reparti specialistici dal momento in cui una strumentista – figura non di secondo piano nelle équipe chirurgiche – resterà a casa perché futura mamma; come tale le facciamo di tutto cuore gli auguri più belli.
Ma gli auguri ce li facciamo anche noi cittadini perché se sono veri gli spifferi che scendono da via Tamagno e strettissimi dintorni, la strumentista- rimarrà assente per circa un paio d’anni –non verrebbe sostituita per ragioni di bilancio , ecco allora la diminuzione dei turni ridotti in sala operatoria con danno finale per chi ha avuto il torto di ammalarsi.
Allora mentre auspichiamo eccellente salute anche a tutti gli attuali dipendenti del “Circolo” e magari almeno dei
cicli di castità, a fronte poi di una reale contrazione dell’attività chirurgica non ci resta che scongiurare i varesini che ricoprono importantissimi incarichi in Regione: abbiano autentica e costante attenzione agli ospedali del capoluogo.
Lo sviluppo del Del Ponte – altro sacrilegio urbanistico prima ancora che difficoltoso traguardo scientifico – e la strisciante sottrazione di capacità e soldi al “Circolo” sono situazioni che richiedono il vostro costante controllo accompagnato da una informazione precisa alla comunità
Che avendovi, a maggioranza, dimostrato stima ha il diritto di essere ricambiata. Varese odierebbe sentir parlare di grandi e costosi progetti da completare o realizzare mentre i suoi figli sono respinti dagli ospedali privi di risorse umane e finanziarie. Esagero? Il tempo delle ferie è vicino: la scelta del modello ospedali-azienda dimostrerà una volta di più il suo volto disumano.
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