Vieni, c’è una casa nel bosco

Da baita abbandonata a rifugio con letti e sedie nel cuore del Parco del Campo dei Fiori: è aperto a tutti per gite o notti all’aperto. La storia dell’uomo che per un anno ha lavorato alla sua ristrutturazione

baita orino pian delle nociEsistono posti dei quali ci si innamora a prima vista: a volte succede quando sei in vacanza, magari lontano da casa, e immagini: “Un giorno ci tornerò e…”. Ma capita che la scintilla scocchi al lume di una torcia elettrica, anche in una fredda sera d’autunno, e a due passi da casa: non tornerai per riposarti ma per lavorare, e il fine non è quello di tenerti tutto per te, ma di donarlo agli altri.
Questa è l’incredibile storia di un uomo che grazie al suo lavoro ha regalato alla comunità un posto che si trova solo nelle fiabe (o nelle pubblicità di amari), e per giunta gratis. 
Un vecchio rifugio di montagna era da anni abbandonato e oggi, dopo un anno di volontariato, questa casetta nel bosco a cui manca solo il tetto di marzapane, è diventata un rifugio alpino con camino, letti, tavolo, sedia e perfino qualche bottiglia di vino per dissetarsi dopo una passeggiata in montagna. Siamo ad Orino. baita orino pian delle noci
Il posto, a un terzo della strada fra il paese e la cima della montagna (il Forte), si chiama Pian delle Noci: un tempo qui vennero piantati diversi alberi di noci, poi sostituiti con gli abeti, morti di recente per via del “bostrico”, l’insetto che ne mangia la corteccia. Uno dopo l’altro gli alberi, che facevano di questo luogo un’amena località nel falsopiano sono caduti mettendo a nudo la presenza della costruzione, nascosta dallo scuro degli alberi, e costruita nel 1937. Venne realizzata forse per servire da appoggio ai pastori che venivano a far pascolare le vacche, o ai boscaioli, per trovare rifugio durante le gelide giornate invernali.
Siamo a mezzora di strada dalla piazza del paese: proprio il tempo impiegato, in una buia sera di ottobre del 2011 da Luca Martino, 48 anni, che vive ad Azzio (nella foto). baita orino pian delle noci
Fisico atletico e passione per la montagna, fattore che spinge questi personaggi a volte a cimentarsi in “normali” passeggiate al buio, che per i comuni uomini della strada si trasformano in imprese.
“Facciamoci un giro in montagna stanotte”, l’idea, balenata così, assieme ad amici: pila in testa per illuminare la strada e via, fino al Pian dei Nusitt. Una bottiglia di vino, un po’ di carne da mettere sul fuoco non appena arrivati sul posto. Poi, la pensata: ma perché non rimettere a nuovo questo posto? L’immobile, di proprietà del comune, era difatti in stato di abbandono: anni fa venne montata una porta, ma al solo scopo di non far entrare gli animali selvatici: i rifugi, in quanto tali, debbono sempre rimanere aperti. All’interno, però, il nulla: un camino inservibile, con la parete della canna fumaria otturata dalle macerie, tracce di bivacchi per terra, pareti annerite: nemmeno un cinghiale avrebbe voluto passare la notte al suo interno.piandellenoci
Ed ecco l’illuminazione: «Avevo già sistemato una baita di mia proprietà, in Val Grande, nell’alta Val Pogallo – spiega Luca in un’assolata domenica dove per primi abbiamo l’onore di ammirare il risultato del suo lavoro – . Così mi son detto: ‘perché non riprovarci?’. Chiamai in Comune per capire di chi fosse la costruzione. Fissai un incontro dove proposi alla giunta il mio progetto; devo dire, al principio mi sentivo osservato in maniera strana: forse non credevano alle loro orecchie. Ma poi capirono che volevo fare sul serio. Infatti appoggiarono la mia idea, e mi misero in contatto col Gruppo Antincendio di Orino, che mi offrì supporto logistico. E son partito».
Così, nell’aprile dell’anno scorso, incominciarono i lavori (nella foto qui sopra, lo stato in cui si trovava l’interno), continuati per tutta l’estate, l’autunno e l’inverno. Luca, che nella vita fa tutt’altro, ha sacrificato buona parte dei suoi weekend per arrivare fin qui. È stata una vera e propria impresa: il materiale è stato in parte regalato da amici e parenti («il tavolo è di mia suocera») e la mano d’opera, e il tempo, ce l’ha messa lui. E’ stato “rasato” il muro e intonacato; ricostruita la canna fumaria; perfino i coppi sono stati messi sul tetto. Poi, all’interno, sono arrivate anche le panche della lunghezza di 3 metri e 70 dove possono dormire 4 persone; la finestrella è stata appositamente intagliata e risistemata per far arrivare la luce del mattino.
baita orino pian delle noci«Un lavoro fantastico – ha commentato il sindaco Cesare Moia – che cercheremo di valorizzare al meglio. Il rifugio verrà inaugurato ufficialmente il prossimo 9 giugno. Chiediamo a tutti il rispetto delle regole di civile utilizzo di questo luogo. Un grazie particolare va a Luca, al suo lavoro e alla squadra antincendio che si impegna anche in opere di risistemazione di strade montane, corsi d’acqua e prevenzione. A tale proposito ricordo come a breve verrà sistemata dal punto di vista idrogeologico la parte est del paese con un investimento di cento mila euro per interventi su due corsi d’acqua».
E’ mattina inoltrata e il rifugio viene bagnato con qualche tappo di bianco che salta per riempire i bicchieri; fuori il fuoco è pronto per le salsicce: nella casetta entrano alcuni ciclisti. Il Pian delle Noci, si trova infatti in una via di transito lungo l’anello che gira attorno alla montagna. Varcata la soglia, sotto il caschetto, gli occhi si sgranano e la bocca resta aperta per qualche secondo: toccherà a tutti, anche a loro, vigilare sulle condizioni di questo posto incantato, dove non un rumore di motore si sente, dove non arrivano le preoccupazioni, se non quelle di preservare semplici ricchezze come queste a disposizione di tutti.

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Il Pian delle Noci 4 di 13
Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Maggio 2013
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Il Pian delle Noci 4 di 13

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La rinascita del rifugio 4 di 10

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Il rifugio prima della ristrutturazione 4 di 8

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