Niccolò Fabi, il cantante della “porta accanto”

Profondo e "semplice" allo stesso tempo, parla con noi di sè, di come è cresciuto e della sua musica alla vigilia del festival Microcosmi che si terra sabato 15 giugno, alle 21,30, a Villa Tatti a Comerio

Niccolò Fabi è uno di quegli artisti che ti sembra di conoscere da sempre. Sarà perchè quei ricci sono diventati familiari da subito e le sue canzoni ti girano nella testa e non le cancelli più.

A confermare questa sensazione è la tranquillità con cui racconta dei suoi ultimi progetti musicali, cosa che rende l’intervista una semplice chiacchierata e quasi ti fa scordare che dall’altra parte del telefono c’è proprio lui, quel cantautore romano che da vent’’anni è capace di suonare nelle casse dalla tua radio, che ha collaborato con i più grandi artisti degli ultimi tempi e che è appena tornato da un tour in tutta Italia con concerti da tutto esaurito.
Sabato sera, alle 21,30, sarà a Villa Tatti, a Comerio, per uno degli appuntamenti di Microcosmi, per il suo primo concerto in città, almeno a memoria sua e mia. A chiamarlo Vittorio Cosma, organizzatore delle tre giorni e amico da sempre di Niccolò. «Io e Vittorio ci siamo conosciuti tantissimi anni fa – racconta Niccolò -. Lui iniziò a suonare con la PFM, band di cui mio padre era il produttore. Io giravo tra i  palcoscenici, cercavo di imparare qualcosa e lì conobbi Vittorio. Avevamo 15 anni io e 20 lui, una cosa così. Il nostro rapporto è sempre stato segnato da un tratto di familiarità». Domani sera Niccolò terrà un set acustico accompagnato da Roberto Angelini e Pier Cortese, dove molto probabilmente porterà anche i brani di “Ecco”, il suo ultimo disco. La “chiacchierata” parte proprio dalla nascita di quel disco.
Il tuo ultimo disco racconta di molte emozioni. Come ti piace descriverlo?
«Il rapporto con le cose che si fanno è difficilmente obiettivo. Quando dedichi tanto tempo e attenzione ad una cosa, è difficile dare un giudizio. Credo che debba passare ancora un po’ di tempo per sentirlo “solo” come canzone.  Quello che ti posso dire è che mi ha lasciato la sensazione di essere il disco di un esordiente, non nel senso che è un disco fatto da un principiante ma nel senso che è nato con tutta la spontaneità e la foga con cui nascono le canzoni quando hai sedici anni. Dopo tanti anni che fai questo lavoro, come per tutti, c’è il rischio di cadere nei soliti automatismi e di non sentire più la necessità primaria.  In questo disco è successo il contrario»
Hai appena concluso un tour nei teatri di tutta Italia, andato molto bene. Quali sensazioni ti ha lasciato? 
«E’ un tour che mi ha lasciato la sensazione delle solidità e di aver raccolto molto del lavoro di questi anni. La cosa che mi ha colpito di più sono stati gli sguardi delle persone quando si accendevano le luci a fine concerto. La sensazione era proprio quella di aver intorno le persone che mi seguono da anni»
A quando la reunion Silvestri-Gazzè- Fabi?
«Ci hanno sempre associato, fin dall’inizio. E’ da tempo che ci “giriamo intorno” a questa cosa e credo che prima o poi succederà naturalmente. Non deve essere una cosa che nasce da operazioni commerciali ma dal momento giusto, quando lo sentiamo tutti e tre. Ogni tanto ci sentiamo, c’è chi vorrebbe farlo ma l’altro sta facendo il tour, una canzone e così via. Prima o poi si farà»
Come sta la musica pop oggi? 
«Credo che sia una divisione tra la parte emersa, più raccontata e pubblicizzata, e quella di altri circuiti. La prima, quelle delle case discografiche, non è in buona salute e noi siamo stati l’ultima generazione che ha avuto la possibilità di entrarci presentando quello che sapevamo fare e incontrando persone che investivano su di noi. Oggi, invece, c’è la discografica “della tv”, dove l’unico mezzo per lavorare sembra quello dei talent show e così via. Poi c’è un altro mondo, quello che si muove indipendentemente da questi circuiti. Credo che faccia delle belle cose ma ancora non ha dato garanzia di essere meglio di radio e Tv per emergere. Siamo in una fase di transazione e vedremo come andrà. Credo però che la creatività non manchi e l’Italia offre tantissimo con mille sfaccettature. Siamo il Paese dove si trovano Il Teatro degli Orrori e Laura Pausini, Di Martino e Caparezza»
Cosa ascolti? E quali sono gli ultimi dischi che hai comprato?
«Quello che ascolto cambia anche in base ai momenti della mia giornata. L’altro giorno correndo ascoltavo i Led Zeppeling. Prima, facendo una passeggiata, Keith Jarret. Solitamente ascolto anche tanta musica folk americana. Mi chiedevi gli ultimi dischi che ho comprato? Un disco dei Wilko e di William Fitzsimmons»

Vivi ancora insieme ai tuoi capelli?
«Sì anche se hanno progressivamente cambiato colore. Il senso di quella canzone resta, quello di accettarsi così come si è».

di
Pubblicato il 14 Giugno 2013
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