Raccolta abiti usati: altri misteri sui sacchi della “Croce Italia”

Aumentano le domande intorno ai sacchi "fantasma" che compaiono sui cancelli della provincia: oltre ai numeri di telefono fasulli, a Monopoli non esiste nessuna associazione con quel nome. E il sito risulta registrato a Limbiate

Numeri di telefono finti, associazione non registrata in comune, sito fittizio. Si infittisce il mistero intorno ai sacchi "fanstama" della Croce Italia di Monopoli. Si tratta di quei sacchi bianchi di cui abbiamo dato segnalazione la scorsa settimana, lasciati sui cancelli con l’indicazione alle famiglie volonterose di lascare dentro vestiti usati, giocattoli, pentole, elettrodomestici. Sacchi che poi, come indicato, vengono ritirati nei giorni successivi. Qualcuno in buona fede riempie questi sacchi, pensando vadano a gente bisognosa. Nessuno dice il contrario, ma ci sono alcune situazioni che fanno sorgere qualche punto di domanda su questa operazione

Abbiamo già detto che i numeri di telefono indicati sui sacchi sono irraggiungibili: al telefono cellulare risponde sempre la segreteria telefonica, mentre il telefono fisso risulta inesistente. All’indirizzo e-mail, a cui abbiamo mandato una richiesta quasi una settimana fa non ha risposto nessuno. 
In questi giorni abbiamo allora fatto altre piccole indagini. Avevamo detto che l’associazione Croce Italia di Monopoli era stata oggetto di indagine da parte della Guardia di Finanza dalla quale era emersa l’accusa di truffa aggravata. Tutto è successo diversi anni fa, ci confermano dal comando della Tenenza della Gdf in provincia di Bari. Ma ad oggi non risultano esserci altre segnalazioni sull’attività dell’associazione in città. Dell’attività dell’associazione di volontariato, nella cittadina in provincia di Bari, anche dal Comune non ne sanno nulla. Abbiamo chiesto conferma in Municipio: nel registro delle associazioni non c’è alcuna associazione con questo nome, i rapporti si erano interrotti dopo le indagini della Guardia di Finanza e dal comune nessuno è stato più in contatto con i responsabili. Abbiamo chiesto un commento ufficiale al sindaco Emilio Romani, ma non è ancora giunta nessuna dichiarazione. 

Ma c’è dell’altro: sul sito www.croceitaliamonopoli.it la realtà si definisce "Associazione volontari pronto soccorso e pubblica assistenza" e che "Questa associazione si finanzia anche attraverso la raccolta dei abiti usati" (l’errore "dei" è proprio scritto sul sito). 
Abbiamo cercato di risalire alla proprietà del sito: l’ultima modifica è stata effettuata lo scorso maggio e il sito è stato creato da una persona (che per ora non citiamo) che ha messo come domicilio Limbiate (Monza Brianza). Abbiamo contattato questa persona: è un ragazzo giovane, forse di origine straniera, che ci racconta: «Ho fatto il sito quasi per niente perchè era un’associazione di beneficienza. Me lo aveva chiesto un amico. Adesso sono via e non posso dirvi chi mi ha commissionato il lavoro. Ma se devo finire nei casini per queste persone, chiudo subito il sito».

Della situazione in generale è stata informata la Guardia di Finanza di Varese, prima della pubblicazione di questo articolo: «Ci sono molti profili anomali in questa situazione e considerando i precedenti stiamo già facendo approfondimenti per fare chiarezza su quanto sta accadendo. Sicuramente non è una situazione limpida» spiega il comandante della Guardia di Finanza, Antonio Morelli. 
Rimangono ora tante domande su questa associazione Croce Italia Monopoli: Chi è il responsabile? Come lavorano? Dove finiscono i vestiti usati? Come si finanzia? Sono risposte che oggi meritano di avere tutte quelle persone che quei sacchi li hanno riempiti davvero, con abiti o altri oggetti, in maniera gratuita e pensando che andassero a persone bisognose. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Agosto 2013
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