Tunnel carpale, dito a scatto e fratture: ecco come interviene la chirurgia della mano

Il dottor Davide Bazzoni, ortopedico e traumatologo di urgenza all’Istituto clinico San Carlo di Busto Arsizio, spiega quali sono le patologie e i traumi più frequenti della mano, e come si interviene per recuperare una buona funzionalità

Quando parliamo delle nostre mani, pensiamo essenzialmente alla loro funzionalità: il desiderio di ogni essere umano è infatti quello di avere mani che si muovono agilmente, senza dolore e con buona forza.  In questo articolo il dottor Davide Bazzoni, ortopedico e traumatologo di urgenza che si occupa anche di chirurgia del polso e del gomito, spiega quali sono le patologie e i traumi più frequenti, e come si interviene per recuperare il buon funzionamento della mano.

“La Chirurgia della Mano si occupa studiare, curare e risolvere le patologie di questo distretto anatomico, allo scopo di restituire al paziente la più completa funzionalità della mano  il più velocemente” – spiega il dottor Bazzoni, che visita ed opera presso l’Istituto Clinico San Carlo di Busto Arsizio (oltre che presso l’azienda ospedaliera di Busto Arsizio, in qualità di dirigente medico) – Le malattie non traumatiche più frequenti sono il cosiddetto “dito a scatto” e “la sindrome del tunnel carpale”.

Nel primo caso i tendini flessori delle dita si infiammano, per motivi ancora abbastanza sconosciuti, aumentano di dimensioni sino ad incastrarsi nelle loro guaine di scorrimento; il paziente è quindi costretto a sbloccare il movimento tendineo, percependo appunto uno scatto, da cui origina il nome della malattia.
In alcuni rari casi, può essere indicato un tentativo di trattamento non chirurgico, ma per ottenere una rapida ripresa della funzionalità della mano, l’intervento rappresenta la soluzione migliore.
La tecnica prevede un piccolo taglio di circa 1,5 cm a livello del palmo della mano, in corrispondenza del dito interessato, con successiva liberazione definitiva dell’ostacolo allo scorrimento dei tendini; l’intervento è molto breve – pochi minuti – e si esegue in regime di day hospital, con una piccola anestesia locale. Il paziente potrà muovere la mano dopo 2-3 giorni con un recupero già completo alla rimozione dei punti di sutura”.

“La sindrome del tunnel carpale è invece una patologia a carico del nervo mediano nel suo passaggio al polso, appunto in corrispondenza del canale carpale; qui una contemporanea infiammazione di vari tendini, causa una compressione del nervo, con percezione di formicolio e perdita della sensibilità delle prime tre dita della mano e della metà dell’anulare; il disturbo si manifesta nelle prime fasi solo di notte, per poi talvolta essere costante 24 ore al giorno.
Anche in questo caso possiamo trattare le fasi iniziali ed i quadri clinici più lievi con delle terapie mediche; ma se vogliamo ridare rapidamente sensibilità e, quindi, buona funzionalità alla mano, l’intervento chirurgico appare più opportuno.
La tecnica tradizionale prevede una o due piccole incisioni al polso, con successiva liberazione della compressione del nervo; anche in questo l’intervento si esegue in anestesia locale, in regime di day hospital, con ripresa dei movimenti della mano già dopo pochi giorni , senza più i fastidiosi formicolii.
Alcuni chirurghi della mano eseguono tale intervento con tecnica endoscopica, riducendo quindi l’incisione ed il dolore post-operatorio; la tecnica endoscopica non è adottata da tutti poiché non permette una buona visibilità del nervo mediano durante la procedura”.

“Per quanto riguarda la traumatologia, sono molto frequenti le fratture dei segmenti scheletrici della mano e del polso; da vari anni sono pressochè totalmente abbandonati i trattamenti con stecche o gessi, che obbligano il paziente a prolungate immobilizzazioni con successive numerose sedute di fisioterapia, che spesso non riescono comunque a risolvere completamente le rigidità della mano.
L’evoluzione dei  mezzi di sintesi negli ultimi anni ci ha messo a disposizione placche e viti di dimensioni quasi microscopiche, che ci consentono, una volta applicate sui segmenti fratturati, di ridare alla mano la forma anatomica normale. Il paziente, grazie alla solidità dei materiali, anche se poco ingombranti, potrà muovere subito il segmento operato, senza alcun tutore o gesso, con prudenza e gradualità, così da poter recuperare assai velocemente la miglior funzionalità della sua mano”.

Istituto Clinico San Carlo
Struttura sanitaria privata non convenzionata
Autorizzazione ASL n. 84 del 2/2/2011 e n. 399 del 1/6/2011
Direttore sanitario Dr. Franco Carenzi.
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Sito web: www.sancarloistitutoclinico.it

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Pubblicato il 24 Settembre 2013
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