Bar distrutto in via Sacco, sotto accusa un tabaccaio
Rinviato a giudizio un vicino di vetrina, avrebbe ordito l'attentato per vendetta. Ma la difesa nega ogni addebito, invita ad attendere il processo e sostiene la tesi di un errore di persona
Una faida del commercio, antipatie, e forse un blitz notturno, organizzato per togliere di mezzo un concorrente scomodo, in via Sacco, nella strada di fronte al municipio.
E’ questo lo scenario che la procura di Varese ha disegnato, davanti al gup, per spiegare l’incendio che devastò, il 20 maggio del 2011, il bar “Angolo di cielo”, (nella foto l’attentato) di proprietà di Chen Wei Wei, un ragazzo cinese che fu poi costretto a cedere l’attività.
INCENDIATO IL BAR DEI RAGAZZINI DI VIA SACCO
Mercoledì mattina, in tribunale, sono state rinviate a giudizio tre persone: il presunto mandante e i due presunti esecutori di quell’attentato. Il primo sarebbe un tabaccaio di via Sacco, in pratica un vicino di vetrina, che avrebbe ordito il piano, da tempo, per togliere di mezzo il bar del cinese, che gli aveva procurato qualche guaio: caos e sporcizia, ragazzi che sostavano fino a tarda notte nella via, qualche danneggiamento al distributore automatico, l’accusa di servire alcol a minorenni. L’esecutore materiale sarebbe invece un barista, che una volta appiccato il fuoco al bar, aveva la speranza di poterne rilevate la licenza, reduce a sua volta da una sfortunata avventura con un altro locale che lo aveva lasciato senza lavoro. Più defilata la posizione di una terza persona, accusata di aver reso dei servigi all’attentatore. Tra le prove portate dalla procura un’intercettazione telefonica in cui il barista raccontò l’intero piano a un conoscente. Il processo inizierà il 4 marzo, ma le difese negano su tutta la linea di avere a che fare con il rogo e con le precedenti intimidazioni che colpirono Chen Wei Wei in quei mesi. Secondo i difensori gli indizi non sarebbero delle prove certe e anche in fase di indagine il gip negò una richiesta di arresto, anche se ciò non toglie che l’indagine sia proseguita e sia stata portata a termine con dure accuse.
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