Delusione Cimberio, gioca male ed è già eliminata

Dura solo 40' l'esperienza al QR di Eurolega di Vilnius: a vincere il primo quarto di finale è il più solido Ewe Oldenburg (74-79) che approfitta dei troppi passaggi a vuoti biancorossi

Dal nostro inviato a Vilnius – Nemmeno il tempo di ascoltare le note dell’inno di Eurolega, che per la Cimberio l’esperienza nella massima competizione continentale è già finita. Sconfitta, la squadra di Frates, meritatamente dai tedeschi di Oldenburg, squadra quadrata che ha avuto il merito di fare le cose giuste nei momenti difficili, ciò che non è invece riuscito a Ere e compagni. Che, anzi, hanno avuto il torto di non sfruttare i pochi momenti di inerzia positiva guadagnata con le unghie e con i denti. A tradire Varese alcuni errori che lasciano quasi sconcertati: da un canestro preso da rimessa laterale con 2” da giocare a un parziale di 8-0 in uscita di un timeout chiamato da Machowski che, evidentemente, sa cosa fare per girare il vento tra le sue vele.
A Vilnius il risultato è implacabile, 74-79, e arriva alla maturazione di una partita mai bella per la Cimberio che anche nei momenti migliori – il secondo periodo in particolare, unico in cui la difesa ha funzionato bene – non ha mai dato l’impressione di poter staccare i rivali. A fallire l’appuntamento è stata la squadra in toto, con meccanismi tutt’altro che oliati e tanti problemi su ambo i lati del campo: attacco a volte fermo, a volte costretto a forzare, difesa che troppo spesso si è aperta anche in situazioni di gioco normale. In tutto ciò si salvano in pochi: Polonara e Rush, un ottimo Scekic che oscura la prova quasi nulla di Hassell. Ma a lasciare di stucco sono le partite di Coleman (3/17, qualche tiro nemmeno sul ferro) e di Sakota, il cui tiro proverbiale è rimasto, appunto, nei proverbi (0-5 da 3 punti). Nel mezzo del guado i play, Clark e De Nicolao, comunque non convincenti. Il regista americano ha avuto anche la palla per mandare la gara ai supplementari, a pochi secondi dalla fine, ma il ferro ha ancora una volta detto “no”. Rendendo giustizia a un Oldenburg che non si è perso in inutili tiri a segno da fuori quando ha capito che non ce n’era, e ha al contrario scelto l’area (con Kramer ma anche Jenkins e Smeulders) per guadagnare la semifinale.

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Cimberio – Ewe Oldenburg 74-79 4 di 19

COLPO D’OCCHIO – L’enorme Siemens Arena è praticamente deserta quando Cimberio ed Ewe scendono in campo alle 18 ora locale. Il piatto forte per i tifosi lituani è il secondo, quello che vede impegnati gli idoli di casa del Lietuvos Rytas nel derby baltico con Riga e così per il match d’esordio ci sono poche centinaia di persone. Spiccano però i tifosi venuti da Varese: Arditi in curva, VFB dietro le panchine e altri in ordine sparso a godersi l’inno dell’Eurolega, “Devotion”, che dal vivo fa sempre un bell’effetto. Nota di colore… scuro: la Cimberio si presenta sul parquet con una divisa nera a bordi bianchi molto simile a quella utilizzata nei playoff. Scelta a nostro avviso discutibile.

PALLA A DUE – Frates tiene seduto Sakota e lancia Polonara nel primo quintetto base ufficiale della stagione, che per il resto non prevede grandi novità, con i quattro americani a completare la formazione. Un italiano lo schiera Oldenburg: è Andrea Crosariol subito titolare.

LA PARTITA – L’avvio non è particolarmente promettente e mette addosso i dubbi che più tardi diventeranno realtà. Varese fatica ad attaccare e si ritrova a inseguire Oldenburg a causa di un digiuno prolungato dall’arco; due canestri pesanti di Polonara però riaccendono i biancorossi puniti però da Jenkins. In un attimo la Cimberio scivola a -9, punteggio suturato solo da una tripla di Clark allo scadere (17-23).
La migliore Varese si vede nel secondo quarto, e per merito esclusivo delle seconde linee: Scekic spiega in difesa e i compagni lo seguono, lasciando ai tedeschi la miseria di otto punti in 10′. C’è anche il sorpasso grazie alla verve di Rush e alle punzecchiature di De Nicolao, ma l’Ewe non cede mai oltre una certa soglia e all’intervallo la gara è tutta da giocare (35-31).
Dopo la pausa rientrano meglio gli uomini di Machowski; cambia anche il metro arbitrale e Varese fatica ad adeguarsi finendo presto in bonus mentre Crosariol pareggia e guadagna fiducia. Si rivedono Clark e Paulding, ma l’equilibrio rimane, tanto che solo un gioco da tre punti di Joyce dà all’Ewe il minimo vantaggio (51-52).

IL FINALE – Frates deve spendere subito un timeout dopo un avvio con idee confuse, a differenza dell’Oldenburg che scatta avanti nel punteggio. La cosa si fa seria quando il tabellone dice +6 per i gialli, con Scekic che ci mette una pezza in tap in. Clark e Jenkins si rispondono al tiro, poi è Ere a piazzare due giocate pesanti che permettono a Varese di rimettere il naso avanti con 4’30” da giocare; sarà purtroppo l’ultimo vantaggio. Il timeout tedesco è magistrale: l’Ewe rientra in campo e piazza un 8-0 tremendo sul capo chino di una Cimberio che annaspa in attacco e deve rincorrere in difesa il rapido Kramer. Ancora Ere e un rarissimo sprazzo di Coleman (stoppata e poi canestro pazzesco) mettono il match in equilibrio, 70-70 ma poi Varese crolla. L’episodio è sintomatico: Kramer rimette dal lato con 2” da giocare, la difesa sbaglia i cambi e la palla viaggia da Crosariol al compagno che da solo insacca (forse commettendo “passi”, ma il concetto non cambia) indisturbato in area. L’ultima speranziella arriva da un libero sbagliato di Paulding, ma la tripla di Clark a 3” dalla fine ammacca il ferro: Varese chiama l’agenzia viaggi, serve già un volo di ritorno.

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Pubblicato il 01 Ottobre 2013
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