Albero cade nel parcheggio in mezzo a nove auto

Caro direttore
Ieri pomeriggio (26 dicembre, ndr), nel corso di una giornata particolarmente piovosa e ventosa, un altissimo cedro di almeno 20 metri di altezza (che sorge su terreno di proprietà dell’Aler) è caduto su un piazzale di via Cantoreggio a Varese in mezzo a nove automobili, danneggiandole. Devo dire che non c’era nemmeno un vento eccessivamente forte, per quanto preoccupante. La fortuna ha voluto che nessuna persona in quel momento fosse presente nelle vicinanze. La fortuna ha pure voluto che l’albero cadesse in un piazzale e non sul condominio che sorge accanto a meno di 10 metri di distanza.
E’ successo quello che era stato previsto dai condomini con due lettere inviate sia all’Aler che al Comune di Varese fin dal maggio 2009 e gennaio 2010. Nell’ultima lettera segnalavano la pericolosità degli alberi (sono due, di cui uno è caduto ieri) e si richiedeva l’abbattimento per evitare la caduta sugli immobili adiacenti, e da un estratto della seconda lettera si evince:

"…dopo che nessuno delle vostre strutture si è presentato o ha cercato di mettersi in contatto con il nostro condominio, abbiamo fatto esaminare le piante da una persona esperta che lavora da decenni su alberi di alto fusto, il quale ha rilevato che:
– le piante soffrono di una debole crescita apicale, ovvero stanno lentamente morendo
– si può rilevare resina sulle cortecce, segno di sofferenza delle piante
– c’è del vuoto sotto la corteccia, altro segno di sofferenza…"

Le lettere, purtroppo, sono rimaste inascoltate e nessuno si è degnato di rispondere o fare un sopralluogo per verificare quanto scritto. Certo, col senno di poi sono piene le fosse ma – a volte – basterebbe un po’ di buona volontà per evitare rischi alla popolazione.
Ora siamo a sperare che si prendano provvedimenti tagliando il secondo cedro, gemello di quello caduto e ugualmente pericoloso: dovremo attendere un nuovo colpo di vento?
Ringrazio, a nome di tutto il vicinato, i Vigili del Fuoco che si sono prodigati nel taglio dell’albero, in una serata particolarmente fredda.