Cimberio, derby amaro: l’ultimo quarto rovina tutto
Varese conduce per oltre mezz'ora ma si scioglie contro la zona di Cantù, che poi vince con le triple di Aradori e Gentile (77-82). Classifica sempre più difficile per i biancorossi, non bastano i segnali di risveglio
Quando affidi tutte le tue speranze a una gara ad altissimo tasso di rischio, non è detto che nervi e buona volontà bastino a salvarti. E così la Cimberio, la miglior Cimberio dalla gara di Avellino in avanti, non si è redenta nella madre di tutte le partite, il derby con Cantù, perso in casa 77-82. In altri tempi questa sarebbe stata una sconfitta sopportabile – ammesso e non concesso che sia sopportabile finire al tappeto contro i rivali di sempre – ma stavolta no. Perché il computo dei referti gialli è arrivato a 16 su 21 partite giocate in stagione e il bilancio è sempre più da baratro per i biancorossi, che prima di Natale andranno a Ulm e Caserta, campi difficili e ricchi di tagliole.
Tra l’altro, con il morale sotto i tacchi, perché il ko con la Vitasnella rientra nel novero delle partite che si potevano vincere e in cui addirittura la Cimberio ha annusato il profumo del successo. Avanti nel punteggio per oltre tre quarti, interrotti solo da qualche sorpasso saltuario degli ospiti, i biancorossi si sono sciolti davanti alla zona sfoderata da Sacripanti, lasciando nel contempo a Cantù lo spazio per colpire da fuori e da sotto. E così il parziale dell’ultimo periodo è stato un implacabile 11-25 per i più scafati brianzoli di Sacripanti, precisissimi dall’arco (il 55% da tre punti) e bravi a sfruttare i buchi della ragnatela difensiva biancorossa. Al di là dei meriti di Aradori e soci però, Varese deve interrogarsi sui troppi errori arrivati nel momento decisivo: Rush ha fallito due canestri facili, Sakota ha sparato a salve contro la zona (era stato inserito apposta, sarebbe la sua specialità…) mentre anche i vari Ere, Clark e Banks che erano stati molto bravi in precedenza hanno sofferto del classico “braccino”. E così è arrivata una sconfitta dolorosa, che non inciderà sulla guida tecnica di Frates (oggi per altro senza colpe particolari, salvo forse la sostituzione di De Nicolao in un buon momento per il play padovano) e che soprattutto lascia Varese con appena otto punti in graduatoria. Certo, c’è un po’ di vita sul pianeta Cimberio, laddove sembrava smarrita, però non è bastato. E questo è purtroppo il dato che conta.
COLPO D’OCCHIO – Blocchi stradali, difficoltà nell’acquistare biglietti e periodo natalizio non evitano il consueto pienone al PalaWhirlpool per il derby di basket tra Varese e Cantù, giunto all’edizione numero 132. Sono 4.500 i tifosi presenti e si sentono tutti; Arditi e resto del pubblico biancorossi rinsaldano gli intenti e spronano la Cimberio fin dal riscaldamento, mentre dalla “gabbia” gremita arrivano le repliche brianzole.
PALLA A DUE – Squadre al completo e quintetto classico da ambedue le parti, con tanti duelli da ammirare. Ere-Jenkins è il primo ad accendersi, Banks-Aradori segue anche se poi la partita mescolerà le carte e troverà altre strade.
LA PARTITA – Il primo quarto è giocato a ritmi intensi. Attacchi dominanti e difese appena accennate in campo, così il punteggio si gonfia con i punti di Ere e Aradori (7 a testa) fino al 22-21 della pausa, cui contribuisce anche un buon Rush.
La Cimberio gioca poi un ottimo secondo periodo: punteggi distribuiti, buon impatto di Scekic e break di Clark con otto punti consecutivi. Biancorossi anche a +8 prima dei canestri di Uter e Gentile che fissano il 47-42 dell’intervallo. Cantù riparte meglio, sorpassa, ma trova una Cimberio capace di colpire con vari uomini (Banks, Polonara, Ere) e di tornare a condurre. Anzi, arriva anche l’allungo quando pure Hassell si fa trovare pronto sotto canestro. Il 66-57 del 30′ non basta, ma mette una sorta di match ball nelle mani della Cimberio.
IL FINALE – Sacripanti però trova subito il modo di rimettere in partita Cantù: lo fa con una zona piuttosto standard, contro la quale Varese però va a impantanarsi. Rush dà il via alla sagra dell’errore fallendo due canestri facili facili e così gli ospiti cominciano a fiutare un’aria migliore. Lo capisce Ragland che serve a Cusin palloni solo da schiacciare (Hassell in difesa è sempre fuori posizione), lo capiscono i tiratori che martellano da fuori. Varese a sua volta si sente braccata, perde fiducia, buone occasioni e pure Scekic, perché il suo quinto fallo coincide con il sorpasso (2+1 di Cusin, 71-72). Partita ancora aperta perché un Polonara giudizioso sceglie il momento migliore per segnare una tripla ma Cantù replica rapidamente con Cusin e sorpassa con Aradori a 2′ dalla fine (tripla: 74-77). Di tempo ce ne sarebbe ancora, ma Varese sbaglia tutto – clamoroso un appoggio fallito da Hassell da zero centimetri – e Gentile infligge la punizione definitiva dall’arco. Finisce 77-82, voci potenti intonano il “cata sü” ma purtroppo dalla parte sbagliata: Cantù si porta a casa il derby e lascia a Varese gli incubi, per utilizzare una parola usata da Frates in conferenza stampa.
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