Studenti, disoccupati, imprenditori e pensionati: “Ribellarsi è un dovere”

Le voci di chi partecipa alla manifestazione "L'Italia si ferma" che da lunedì a giovedì si svolgerà al Ponte di Vedano

Giacomo, artigiano di Brunello, ha chiuso la sua ditta per partecipare alla manifestazione.  Romeo, che è pensionato, ha voluto accompagnare il nipote e dalle 9 se ne sta qui fermo al freddo. Sabrina, massaggiatrice diplomata, invece non sta ferma un attimo e si dà un gran da fare per volantinare, scattare foto e incitare i camionisti a rallentare la circolazione per dare più visibilità alla manifestazione.
Sono una quarantina, ma crescono di ora in ora, i partecipanti all’unica manifestazione varesina autorizzata dalla Questura nell’ambito del movimento di protesta "L’Italia si ferma". Dalle 9 di questa mattina fino a giovedì 12 dicembre i manifestanti resteranno "24 ore su 24" alla rotonda del Ponte di Vedano per protestare e sensibilizzare i cittadini sulle ragioni di questa anomala manifestazione, dove non si vedono bandiere di sindacati o associazioni, ma solo bandiere tricolori. Nella giornata di oggi, 9 dicembre, sono passate circa duecento persone che hanno volantinato al ponte di Vedano e nei collegamenti con le arterie stradali della zona. Il presidio dura fino alle 21 e proseguirà nella mattinata successiva. Sul posto carabinieri e polizia a vigiliare sulla protesta. Il traffico è proseguito a rilento per tutta la giornata. Altre manifestazioni nell’Altomilanese.

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"Non vogliamo bloccare il traffico, come ha detto qualcuno: siamo qui per volantinare e spiegare le ragioni della nostra protesta – spiega Cristiano Pala (nella foto qui a fianco), referente del presidio e portavoce dei manifestanti varesini – E’ una protesta civile e legittima contro chi ci ha portato alla fame, ha distrutto l’identità di un paese e annientato il futuro di intere generazioni, come spieghiamo sul nostro volantino. Qui non ci sono partiti, sindacati, gruppi organizzati, qui c’è solo gente normale che si ribella contro questa situazione devastante".
Si è scritto che dietro il cosiddetto "movimento dei forconi" ci sarebbero infiltrazioni dell’estrema destra. C’è questo rischio a Varese? "Ma quale destra – risponde Pala – ci fanno ridere, sono cose fatte circolare ad arte su internet per screditare questa manifestazione e questo movimento che fa paura".

E respingono ogni riferimento a partiti di destra o sinistra tutte le persone che sono qui: una cinquantina tra operai, disoccupati, imprenditori e studenti.
"Sono qui anche se ho un contratto di lavoro a tempo indeterminato perchè ormai dobbiamo solo lavorare e stare zitti, non abbiamo più diritti" – racconta Daniela, 32 anni, operaia. "Io sono disoccupato da quattro anni, ne ho 48 e se non fosse per mia moglie sarei in mezzo a una strada", spiega Claudio, marito di Daniela.

Anche Giuseppe ha 48 anni, è un artigiano, con un bar pasticceria che funziona "ma – ci dice – ad oggi lavoro per pagare le tasse, non ce la faccio a tirare avanti perchè non riesco a pagare tutto quello che mi chiedono. Come pensano che possiamo continuare così?".

Tanti i giovani che hanno scelto di essere qui: c’è Stefano che ha 31 anni, si sta laureando in Beni culturali, ma ha già deciso che se ne andrà dall’Italia: "Mi sto preparando per andare in Austria, perchè qui non vedo futuro. Ho 31 anni e credevo che in un paese come l’Italia la scelta di studiare Beni culturali potesse darmi delle chance, ma ho capito che non è vero.  Sono qui perchè ho deciso di andarmene ma non di fregarmene".
Carlo, che ha 28 anni, non ha un lavoro e ci dice che vuole lottare perchè siano restituite ai cittadini italiani la liberta è la dignità che sono state cancellate in questi ultimi 40 anni: "Siamo disperati, ma non mi sento impotente, perchè credo ancora che se la lotta vedrà uniti tanti cittadini riusciremo a liberarci di chi ci ha portato a questo stato di cose".

Il più amareggiato tra i presenti è Romeo: ha 65 anni, in fondo è "fortunato" perchè è in pensione e i soldi a fine mese finora sono una certezza: "Potrei fregarmene, mi dice qualcuno, ma là a volantinare c’è mio nipote trentenne e come fai a fregartene quando vedi questi ragazzi che non hanno futuro? Sono qui perchè credo che chi ha governato finora se ne debba andare, perchè davvero hanno distrutto il nostro paese".

Intanto il traffico è sempre più lento, gli autotrasportatori accolgono volentieri l’invito a rallentare la circolazione e riempiono l’aria con concerti di clacson che "riscaldano" i manifestanti, mentre diversi automobilisti si fermano a chiedere informazioni e qualcuno promette che domani ci sarà anche lui a protestare.

Il video di Legnanonews realizzato da Olindo Torraca a Rho.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Dicembre 2013
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