Ughi inaugura l’anno accademico: “Arte e scienza devono convivere”

Il violinista bustocco ha ammaliato la platea all'inaugurazione del 23esimo anno accademico dell'università Cattaneo: "In Italia serve un cambio di tendenza sulla cultura, nessuno crede che sia una ricchezza"

I capelli spettinati, l’aria distratta, una capacità di comunicare emozioni non solo col violino ma anche con le parole. Uto Ughi e la sua eleganza stregano i presenti all’inaugurazione dell’Anno Accademico della Liuc di Castellanza, il ventitreesimo che è come dire ancora in culla di fronte ad atenei pluricentenari ma che ha saputo scalare le classifiche e posizionarsi tra i migliori atenei in Italia. La presenza del maestro Ughi, chiamato a portare la riflessione di inizio anno l’imprevedibilità dell’arte che nasce dal talento puro «e che – ha detto Ughi nella sua prolusione – può essere migliorata solo dallo studio e dal metodo». Ughi non ha mancato di sottolineare che anche nella tecnica e la scienza vi è la creatività come è stato per Leonardo Da Vinci o Piero Della Francesca e che per questo le due cose, quando vanno a braccetto, si palesano come genio.

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Ad aprire la cerimonia è stato il presidente della Liuc Michele Graglia il quale ha confessato di aver studiato violino e di essersi diplomato al conservatorio. L’imprenditore ha anche mostrato un disco in vinile del musicista che gli fu regalato proprio in occasione del suo diploma. Al rettore Valter Lazzari il compito di riassumere l’anno che si è appena concluso e a svelare le novità del prossimo per l’università e i suoi studenti. Tutto il discorso del magnifico è stato incentrato sul concetto di comunità, parola che Lazzari non dimentica mai di rievocare da quando è diventato rettore. Per gli studenti ha parlato il rappresentante in consiglio di amministrazione Simone Mangano mentre la prolusione per i professori è stata affidata al direttore della Scuola di Ingegneria Industriale Carlo Noè.Vivace il finale con il maestro Ughi che ha risposto alle domande dei presenti in un dialogo diretto nel quale si è disquisito di armonia, senso di inadeguatezza, cultura e politica. Su Renzi Ughi è stato netto: «Nel suo discorso della vittoria ha detto che tra le priorità ci sarà la cultura ma tutti lo dicono dopo aver vinto e fino ad oggi nessuno se n’è occupato. L’Italia era ai vertici mondiali della musica classica, oggi ha un’orchestra sola che è quella della Rai. Pechino ne ha 10, il Giappone 12». Ughi, da sempre sostenitore della diffusione gratuita della cultura anche alta, ha rilanciato l’appello per la mancanza di orchestre in Italia e di occasioni di diffusione della musica classica. Detto da un bustocco, che viene dalla città con più amanti della musica classica in Italia, è un appello certamente accorato.

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Pubblicato il 09 Dicembre 2013
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