Caccia in deroga, l’Europa dice no alla caccia

Le associazioni: “Alla prossima deroga scorretta chiederemo un’ordinanza urgente del giudice

“L’applicazione della direttiva Uccelli deve essere rigorosa: deroghe di caccia solo in via
eccezionale, in assenza di soluzioni alternative e non per motivi tradizionali. E’ un monito duro
e chiarissimo quello che giunge all’Italia dall’Europa in tema di caccia in deroga, sui cui l’Italia è
stata già severamente condannata dalla Corte di Giustizia e ha subito una nuova procedura di
infrazione, archiviata solo dopo l’adeguamento normativo in Parlamento”.
Lo dichiarano le associazioni Cabs, Enpa, Lac, Lav, Lipu-BirdLife Italia e Wwf Italia commentando la lettera di risposta della Commissione europea a una richiesta dell’europarlamentare Andrea Zanoni, che riguardava la procedure di infrazione 2004/4926, 2006/2131 e 2011/2205, chiuse il 10 dicembre scorso dalla stessa Commissione europea.
“Mi preme sottolineare – dichiara nella lettera Ion Codescu, Capo Unità 2 Enforcement, Cohesion
Policy & European Semester della Commissione europea – che, malgrado l’archiviazione delle
suddette procedure, la Commissione continuerà a seguire la situazione in Italia per garantire
la corretta applicazione dell’articolo 9 della Direttiva Uccelli, il quale prevede il rispetto delle
condizioni rigorose affinché gli Stati membri possano consentire, in via eccezionale, la caccia di
specie normalmente non cacciabili”.
La nota della Commissione non lascia dubbi sullo stato da “sorvegliato speciale” in cui versa
tuttora il nostro Paese e che, considerata la condanna del 2010 e l’ulteriore successiva messa in
mora, porterebbe, nel caso di nuove infrazioni, a un severo intervento da parte delle autorità
comunitarie.
C’è tuttavia un altro passaggio di grande importanza nella lettera della Commissione ed è il
riferimento negativo alle deroghe per motivi tradizionali. Un motivo, quello “tradizionale”, cui
hanno fatto finora ricorso regioni come il Veneto e la Lombardia ma che, come dicono le sentenze
della Corte di Giustizia europea, non può essere considerato valido ad autorizzare la deroga. “Sulla
base della giurisprudenza della Corte, – scrive la Commissione – il desiderio di continuare pratiche
venatorie tradizionali vietate dalla direttiva non può valere a dimostrare l’assenza di altre soluzioni
soddisfacenti”. In altri termini, le ragioni della deroga devono essere ben altre e ben diversamente
fondate. Altrimenti, niente deroghe.
Il quadro che ne deriva non lascia dubbi: l’epoca della caccia italiana mascherata da deroghe è
finita e con essa deve finire l’abbattimento illegittimo e persino illegale di milioni di piccoli uccelli
migratori. Alla prossima deroga – concludono le associazioni – che Veneto, Lombardia o qualunque altra Regione dovesse scorrettamente autorizzare, non esiteremo a chiedere l’intervento di un giudice della Corte europea con un’ordinanza ad hoc che fermi all’istante gli abbattimenti illegali”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Gennaio 2014
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