Quando la Marcialonga è un affare di famiglia

Padre, madre, figlio e figlia: sono i Cerana di Marnate, al via al completo nella gara di fondo più famosa e dura d'Italia. «E nonno Giuliano, che gareggiò nelle prime edizioni, fa il tifo per noi da casa»

Domenica 26 gennaio un nastro innevato di 70 chilometri snodato tra le valli di Fassa e Fiemme sarà percorso dai fondisti che daranno vita alla 41a edizione della Marcialonga, la più famosa gara italiana di sci nordico, inserita da alcuni anni anche nella Coppa del Mondo lunghe distanze. Come al solito, in testa al lunghissimo gruppo, ci sarà battaglia tra i grandi professionisti degli sci stretti, pronti a sgomitare per mettersi al collo la corona di alloro infilata sul traguardo al vincitore (campioni in carica il norvegese Jørgen Aukland e la svizzera Seraina Boner).
La vera essenza della Marcialonga, come in tutte le granfondo sciistiche, ciclistiche o podistiche, però sta nel ventre del plotone, dove sudano e si impegnano migliaia di dilettanti con lo sport nel sangue. I "bisonti", come sono affettuosamente chiamati in questa occasione, che partono dall’Italia o dall’estero e mettono in conto qualche giorno di ferie (oppure un viaggio-sfacchinata) per partecipare a una delle più belle manifestazioni popolari dello sport nazionale. È il caso della famiglia Cerana di Marnate, un intero nucleo di quattro persone che prenderà il via al completo – per il secondo anno consecutivo – alla Marcialonga. Un caso piuttosto raro, motivo d’orgoglio anche per lo Sci Club Cunardo per il quale i Cerana sono tesserati, e che ha organizzato come sempre la spedizione trentina. 
«Avendo lavorato durante le vacanze di Natale, ho potuto prendere qualche giorno di ferie per arrivare in anticipo con la mia famiglia» ci racconta Emiliano Cerana, un passato agonistico con cinque titoli proviniciali giovanili in bacheca e una grande passione per lo sci nordico. «Ho iniziato a sciare a tre anni grazie a mio papà Giuliano, uno che la Marcialonga la fece cinque volte negli anni Settanta quando ancora si usavano gli sci di legno e non c’era l’attenzione di oggi. Per me sarà la 23a partecipazione, ma sono particolarmente felice di avere accanto tutta la mia famiglia». Soddisfazione legittima, perché sulla distanza dei 70 chilometri – rigorosamente a "tecnica classica" – ci saranno anche la moglie Laura alla 15a Marcialonga e il figlio maggiore Filippo che a 22 anni gareggia per la settima volta. Ma anche la piccola di casa Cerana, la 17enne Gloria, non sarà da meno: essendo minorenne prenderà il via alla gara sul percorso ridotto (si fa per dire: 45 chilometri!) come accaduto dodici mesi fa. «L’anno scorso fui io a seguire e accompagnare Gloria sino a Predazzo (foto sopra), dove termina la prova accorciata, come feci anni fa con Filippo. Quest’anno con lei starà Laura che poi proseguirà per il traguardo della 70 chilometri a Cavalese, sperando riesca a rispettare i "cancelli orari" messi dall’organizzazione per restare in gara» spiega Emiliano, che punta a concludere la propria fatica tra le 4h30′ e le 4’45’ «anche se – aggiunge – potrebbe nevicare in questi giorni, rendendo il tracciato più lento».
Per una famiglia di Marnate non è semplice preparare una prova del genere; il Varesotto vanta una discreta tradizione in questa disciplina grazie soprattutto alle piste di Cunardo e Brinzio (e un fondista di Caronno Pertusella, Marco Cattaneo foto a destra – ha vinto due volte la coppa del mondo per le lunghe distanze), ma non ha certo strutture e clima "nordici" più affini a Valtellina, Trentino, Friuli o Valle d’Aosta. «Cunardo resta la nostra pista di riferimento, sia perché siamo iscritti al club sia perché c’è la possibilità di utilizzare i cannoni in assenza di neve naturale. Quest’anno però non ha fatto abbastanza freddo, per cui siamo stati costretti ad allenarci a Campra, in Svizzera, oppure in Val Formazza. Una passione che costa sacrificio, ma il fatto di muoverci spesso con la famiglia unita ci dà una grande soddisfazione» racconta papà Emiliano, cresciuto facendo il tifo per i grandi azzurri come Fauner e De Zolt ma anche ammirando il fuoriclasse norvegese Bjorn Dhaelie. «Quando conobbi mia moglie, inizialmente mi prese per matto per via della mia passione per il fondo e per il fatto di partecipare alla Marcialonga, con 70 chilometri da passare sugli sci. Poi anche Laura ha provato e si è subito innamorata di questo sport; e quando fai la Marcialonga una volta, scopri l’emozione che si prova ad attraversare quei paesini con la gente che tifa per te, la passione si può solo rafforzare».

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Pubblicato il 23 Gennaio 2014
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