Tre punti nel terzo periodo. E la Cimberio fa passare anche Roma

E così un altro obiettivo di questa martoriata stagione della Cimberio finisce nella cartella “Fallimenti”. Certo, serviva l’intercessione di qualche santo per riuscire ad accedere alla Final Eight di Coppa Italia, ma Varese non è stata in grado neppure di fare il proprio dovere e cioé di battere Roma, condizione necessaria ma non sufficiente come si dice in matematica. I giallorossi passano a Masnago 78-86, un risultato sul quale pesa un terzo periodo da record negativo per la squadra di Fabrizio Frates che mette a segno la miseria di 3 punti (“gol” dall’arco di Banks) subendone però 23 e mettendosi così nella condizione di dover cercare una rimonta a fari spenti negli ultimi 10′, conclusa inesorabilmente senza riuscire nell’intento. Partita quindi marchiata a fuoco dal totale black out arrivato dopo l’intervallo, cosa già vista sette giorni fa a Siena (seppur con modalità differenti), che stride con quella che dovrebbe essere la principale qualità di questa squadra, ovvero quella di avere tante bocche da fuoco capaci di andare a segno. Invece stavolta la Cimberio non ha offerto neppure questa sua qualità a un pubblico sempre foltissimo e costretto ancora a tornare a casa con l’amaro in bocca. Poi per carità: perdere in casa con Roma e con la squadra non al meglio (Banks e Hassell hanno lavorato pochissimo in settimana per via delle distorsioni) è anche una cosa che può accadere; però ancora una volta quella che poteva essere una partita della svolta si è rivelata una delusione. La lista è lunghissima, come quella degli obiettivi falliti che riassumiamo: qualificazione all’Eurolega («ma per me quella non era una mira percorribile» chiosa Frates), Supercoppa («Nemmeno quella» ribadisce l’allenatore), qualificazione al secondo turno di Eurocup, qualificazione alle Final Eight. «E di questo passo vi dico che non vinceremo lo scudetto» sbotta l’allenatore in sala stampa, quando gli vengono elencati i kappaò rimediati in pochi mesi. Di questo però, ce n’eravamo accorti da tanto tempo vedendo giocare la sua squadra.

COLPO D’OCCHIO – Il basket al PalaWhirlpool mancava dalla serata di Santo Stefano e la gente di Varese ha evidentemente tanta voglia di canestri, nonostante tutto. Masnago si riempie ben prima dell’inizio e regala una cornice molto bella (quasi 4.500 paganti) per il match tra Cimberio e Roma, con i biancorossi costretti a vincere per sperare in una difficile qualificazione alla Coppa Italia che infatti sfumerà. Applausi di tutto il palazzo per lo striscione in memoria di Andrea Greghi, "Barros", il tifoso scomparso per un incidente sciistico nei giorni scorsi.

PALLA A DUE – Frank Hassell (foto) è a referto nonostante la distorsione e va anche in quintetto base, con Scekic pronto a uscire dalla panchina. C’è pure Banks la cui caviglia è stata rimessa a posto in settimana e quindi lo starting five è quello di sempre. Dalmonte ha un’Acea al completo, anche con i polacco Szewczyk; l’ex Goss, applaudito, è tra i titolari mentre Righetti non verrà impiegato.

LA PARTITA – L’avvio di Varese è di quelli buoni: pronti-via e 10-0 biancorosso con 6 punti di Clark che resteranno gli unici della sua partita. Il margine però si assottiglia presto perché Baron scalda la mano dall’arco con le prime due triple; il finale però è di Banks che converte un gioco da quattro punti che vale il 25-20 della prima pausa.
Il tiratore giallorosso Baron però è bollente, mette altri tre canestri pesanti e rallenta solo quando Ere gli si francobolla addosso. La gara resta comunque in equilibrio perché l’impatto di De Nicolao è di quelli tosti e così i biancorossi trovano la forza per rimontare e sorpassare di nuovo. Sulla sirena arriva anche un fischio arbitrale vergognoso: la Cimberio costruisce un tiro in meno di 2” che Banks (foto a lato) realizza con un mezzo miracolo, ma la terna (il colpevole principale pare sia Lanzarini) annulla sostenendo che il tiro fosse fuori tempo massimo. Una decisione sbagliatissima anche a occhio nudo, come confermano video e fotografie, che tra l’altro fa infuriare il pubblico.
Anche per un fischio del genere ci si aspetta che Varese voglia rientrare in campo e sbranare il mondo. E invece quando si ricomincia va in onda la sagra dell’orrore. Banks trova una tripla, quella del 44 pari, ma da lì in poi Varese resta all’asciutto per il resto del quarto, sbagliando anche tanti tiri dal cuore dell’area (0/9 da 2 oltre all’1/8 da 3, come nei peggiori campi di Prima Divisione). Roma per un po’ non ne approfitta ma nella seconda metà del parziale rompe gli argini e al 30′ comanda 44-62.

IL FINALE – Serve una rincorsa a fari spenti e con quintetti inusuali (senza pivot) per provare a girare la partita. Varese per lo meno ci prova, magra consolazione, e inizialmente ci riesce. Sakota sta in campo con il piglio giusto, trova tre canestri e costringe Dalmonte al timeout. La Cimberio per un po’ ci crede, ma Hosley trova il modo di replicare ai punti di Polonara e quando Banks, fino a lì perfetto, sbaglia due liberi, si capisce che l’impresa è ai limiti dell’impossibile. Poi, quando la speranza si riapre (0/2 di Taylor in lunetta con Roma avanti di 5), un fallo non fischiato a rimbalzo su Ere si tramuta in un canestro facile per gli ospiti. Finisce 78-86, con la gente che lascia il palazzetto in anticipo e un silenzio inusuale che aleggia sul campo. Poi arriverà un applauso di incoraggiamento verso i giocatori biancorossi, ma pare un buffetto di consolazione che arriva quando l’arrabbiatura ha lasciato il posto alla rassegnazione.

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