Cimberio, profondo rosso: ad Avellino ne prende 20
Un parziale iniziale di 25-4 condiziona la prova dei biancorossi, imprecisi dall'arco e puniti in area. Nel terzo periodo Sakota porta i suoi a -5 ma la rimonta finisce lì. Persa anche la differenza canestri
Il basket non è il ciclismo, sport in cui chi lancia una fuga in partenza è destinato a essere risucchiato lungo la strada dagli inseguitori. Nel basket, iniziare una partita con un parziale di 25-4, per di più a favore della squadra che gioca in casa, equivale ad aver già perso: e infatti è questo il destino della Cimberio sul campo di Avellino che sotto lo striscione del traguardo transita con ben 20 punti di vantaggio sui biancorossi dalle ruote sgonfie (83-63).
Un distacco che porta con sé anche il capovolgimento della differenza canestri che alla vigilia sembrava blindata (+17 all’andata) e che invece i canestri di Thomas, Ivanov e infine di Cavaliero hanno demolito. La Cimberio ha pagato a carissimo prezzo la percentuale disastrosa da fuori (5/26, che diventa 1/19 se si esclude lo score di Sakota) e una difesa che nella prima parte ha permesso alla Sidigas di prendere il largo. E poi la differenza è arrivata sotto canestro: Frates ha la scusante di non aver potuto schierare Polonara (distorsione alla caviglia, per lui solo pochi minuti all’inizio), ma i due rapidi falli di Johnson e il peso piuma di Sakota hanno lasciato il presidio dei tabelloni al solo Scekic. Male le guardie Clark e Banks, entrambe deludenti e confusionari, maluccio Ere che ha trovato qua e là qualche lampo ma senza continuità, prova sub judice dello stesso Johnson che ha lottato molto a rimbalzo ma in attacco ha visto la palla con il contagocce. I quindici giorni di pausa dovevano servire a coinvolgerlo maggiormente nei giochi d’attacco: risultato a questo punto mancato, e di parecchio.
Frank Vitucci, massacrato di insulti all’andata, va così a prendersi la rivincita sui propri ex tifosi dal dente – comprensibilmente – avvelenato, e continua a correre in zona playoff, quella che per la Cimberio questa sera è un po’ più lontana. Ma più che la sconfitta, è il modo in cui è maturata che lascia preoccupati, tanto più che tra una settimana a Masnago arriva Sassari, fresca di vittoria in Coppa Italia. Un evento straordinario che il Banco Sardegna ha festeggiato con un tremendo +34 a Cremona.
COLPO D’OCCHIO – Buona cornice di pubblico al Pala Del Mauro, con i tifosi locali pronti a scoprire il nuovo acquisto Foster. La curva dedica una scenografia a un ultras scomparso un anno fa, mentre per Linton Johnson, grande ex degli irpini, sono più i fischi che gli applausi. In tribuna anche un drappello di tifosi biancorossi giunti in Campania con le insegne degli Arditi.
PALLA A DUE – Un po’ a sorpresa, Frates dispone di Achille Polonara che è nel consueto quintetto base, ma l’azzurro dolorante alla caviglia resterà in campo solo pochi minuti. Prima convocazione invece per il giovane Battistini. Vitucci tiene seduto inizialmente Foster e comincia con Lakovic e Cavaliero guardie, Hayes e Ivanov ali e Thomas pivot.
LA PARTITA – Vietato farsi ingannare dalle prime due azioni di Varese, rapide e a segno. Dopo il 4-0 ospite infatti, per la Cimberio inizia un calvario lungo 8′ in cui Avellino segna la bellezza di 25 punti consecutivi. I biancorossi attaccano male, senza gioco e con troppa confusione: oltre a non segnare quindi aprono il fianco alle transizioni rapide della Sidigas che festeggia sia da sotto con i lunghi, sia dall’arco (con Cavaliero e Hayes). Inutili i due timeout spesi da Frates, anche perché Johnson per l’ennesima volta si trova subito con due falli a carico mentre Banks lascia per qualche istante il campo per una lieve distorsione. Tocca a Scekic rompere il digiuno eterno ma la prima sirena è già una sentenza, 25-12, nonostante un minibreak varesino.
Il secondo periodo è dunque già giocato all’inseguimento: Varese parte benino ma poi viene “congelata” a distanza di sicurezza da Avellino anche perché la Cimberio dall’arco continua a balbettare. E anche Ere, che prova a farsi notare, va ripetutamente a sbattere; discreto invece l’impatto di De Nicolao. Il punteggio però resta tutto a favore degli irpini che all’intervallo conducono 37-28.
E’ dopo la pausa lunga che Varese ha una vera opportunità per riaprire la gara: l’unica tripla di Banks e una penetrazione di Sakota valgono il -5 (42-37) ma Clark commette una disattenzione con in mano la palla del possibile -3 (o -2). Avellino si accorge di avere paura e reagisce di conseguenza, con ferocia. Ivanov sfrutta il fisico contro Sakota (foto) che per ben tre volte concede il “canestro più fallo” e nonostante Dusan si vendichi con qualche buona giocata d’attacco, il punteggio torna a sorridere ai biancoverdi (56-46 al 30′).
IL FINALE – Varese torna così in campo per l’ultimo quarto con due obiettivi ancora da raggiungere: vincere la partita o in alternativa mantenersi sotto i 17 di scarto per via del doppio confronto. Riuscirà a fallirli entrambe. A spaccare definitivamente la gara sono due triple di Cavaliero – frontale – e Spinelli a segno con un tiro pazzesco da circa 10 metri. Quest’ultimo poco dopo andrebbe espulso perché, da terra, scalcia platealmente Rush che provava a strappargli la palla: gli arbitri si lavano pilatescamente mani e coscienza con un tecnico ciascuno graziando di fatto l’avellinese. Il finale è comunque disastroso in casa biancorossa: Thomas e Ivanov completano l’opera sotto i tabelloni, Cavaliero mitraglia da fuori. E quando Varese ha un timeout per disegnare l’ultimo tiro con circa 3” sul cronometro, Clark pensa bene di saltare e ricadere a terra con la palla tra le mani. E chiusura più adatta, alla partita del play e della Cimberio tutta, non poteva esserci.
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