Falsi invalidi, 9 medici indagati
Cinque medici della commissione Asl, due periti di parte e uno nominato dal tribunale, una fisiatra di fiducia. Sono tutti accusati di aver aiutato i pazienti ad aggravare illegalmente lo stato di salute dei pazienti
Sono nove i medici indagati dalla procura di Busto Arsizio per avere redatto delle perizie false a favore di due invalide che hanno “esagerato” la propria condizione di menomazione. L’indagine condotta dal pm Cristina Ria ha messo sotto inchiesta i cinque medici della commissione Asl che, nel 2005, certificarono la condizione di invalidità di una presunta paralitica, ma anche la sua fisiatra di Lecco che ne attestò, con l’Inps, la condizione di impossibilità a camminare, salvo poi allentare in un altro certificato la condizione della paziente, scrivendo che poteva camminare per brevi tratti. La malata è stata ritratta in un video della guardia di finanza di Gaggiolo mentre si reca alla Asl di Saronno, a piedi, a chiedere un sussidio per la carrozzella. Delle due l’una: o è paralitica, oppure, se cammina per strada, non lo è.
I FALSI CIECHI DEL 2003
IL VIDEO DI UN FALSO CIECO DEL 2013
Un secondo caso, partito da una indagine delle procura di Varese riguarda invece una donna con problemi di vista che, secondo tre periti del tribunale di Busto Arsizio, non vede praticamente nulla, ma che invece secondo l’Inps non se la passa poi così male. In questo caso, l’inchiesta sui medici riguarda sia il perito nominato dal tribunale che i due periti di parte, perché avrebbero effettuato delle ctu (consulenze) tese a far conseguire l’assegno di invalidità, invece che attestare il reale stato della paziente. L’indagine è in corso, ma il punto qualificante delle accuse (false perizie e falso in atto pubblico) sta nel fatto che, sia i cinque medici della commissione di Saronno, che i tre medici nominati dal tribunale di Busto Arsizio, avrebbero dovuto controllare lo stato di salute dei pazienti e non fidarsi. E’ lecito supporre che nelle visite di controllo, i falsi invalidi tendano a esagerare il proprio stato di menomazione, ma i medici non avrebbero vigilato abbastanza, anche se avevano gli elementi per capire che le donne non erano né cieca né paralitica. Un fatto che l’Inps ritiene acclarato dal 2013 quando visite mediche straordinarie avrebbero scoperto le reali condizioni.
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