Frontalieri da tutelare dopo il voto contro l’immigrazione di massa

I commenti dei politici varesini all'esito della votazione federale in Svizzera

Ecco alcuni dei commenti sull’esito della votazione federale di domenica in Svizzera. La consultazione, voluta dal maggiore partito locale, l’Udc, mira a imporre dei tetti massimi all’immigrazione e a rivedere gli accordi bilaterali Svizzera-Unione Europea, in vigore dal 2002, che regolano la circolazione dei cittadini Ue all’interno della Confederazione Elvetica.

Maria Chiara Gadda, deputato Pd –
"Esprimo un sincero rammarico per l’esito del referendum sulla libera circolazione dei lavoratori in UE. Il popolo svizzero ha deciso, seppure per poco, di manifestare il suo dissenso nei confronti dell’eccesso di immigrazione che arriva anche dall’Italia. In Ticino la vittoria dei sì al referendum è stata molto netta, e probabilmente si aprirà una nuova pagina nei rapporti tra Italia e Confederazione Elvetica. In queste settimane, attraverso la mia iniziativa parlamentare, ho voluto rimarcare come le decine di migliaia di italiani che lavorano in Svizzera, i frontalieri, costituiscano una fondamentale ricchezza, per l’Italia così come per il Canton Ticino. La votazione di oggi purtroppo esprime una direzione che va in direzione opposta alla  crescente collaborazione tra i territori dell’Insubria, provincia di Varese e  Como dal lato italiano, Canton Ticino da quello svizzero, dal punto di vista economico, sociale e culturale. Sono però convinta che anche oggi, dopo il voto del popolo svizzero, questa direzione sia la migliore. L’immigrazione è un fenomeno sociale che va regolato senza ricorrere alla fughe populiste che purtroppo in Italia sono rivendicate da forze come la Lega Nord che ora si lamentano di quanto succede oltreconfine, con la vittoria delle stesse logiche propagandate negli ultimi decenni dal Carroccio prima di Bossi e ora di Maroni e Salvini.  Nelle prossime settimane garantisco il massimo impegno a tutela dei lavoratori italiani occupati in Svizzera, auspicando che il no sia solo uno stop temporaneo al processo di proficua integrazione tra Canton Ticino e Provincia di Varese. Il Partito Democratico è vicino ai frontalieri, una risorsa fondamentale della provincia di Varese che deve essere difesa con maggior ancora convinzione dopo l’esito del referendum".

Francesca Brianza, consigliere regionale della Lega Nord: "Il voto svizzero esprime la volontà dei cittadini di tutelare il proprio lavoro e il proprio territorio, ma il compito di Regione Lombardia sarà quello di tutelare i circa 60mila lavoratori transfrontalieri che rappresentano una risorsa e un grande apporto all’economia del Canton Ticino. Per questo motivo il gruppo Lega martedì presenterà subito una mozione che chiederà al Consiglio di conferire al presidente Roberto Maroni l’autorità di prendere parte, con il Governo italiano, alle trattative che saranno intavolate con Berna. Regione Lombardia conosce l’importanza dei frontalieri e dovrà prendere parte ai lavori che riguarderanno la rivisitazione degli accordi della Svizzera alla luce del voto. L’obiettivo è impedire che la questione frontalieri diventi, come già tentato, "merce di scambio" per altri argomenti, quali ad esempio il rientro dei capitali".

Lara Comi – europarlamentare di Forza Italia
– “La proposta uscita dalla consultazione referendaria dimostra che c’è un Paese spaccato in due. Voglio però vedere se Berna vorrà portare avanti fino in fondo la politica dei tetti massimi all’immigrazione andando a chiedere la rinegoziazione dei trattati con l’Unione europea per la libertà di movimento delle persone. Portare indietro le lancette della storia non è la soluzione e l’isolamento a trecentosessanta gradi alla lunga è un boomerang. Anche perché va ricordato che l’Unione Europea è il principale partner economico della Svizzera. E di questa libera circolazione ne beneficia il Paese che può avere manodopera specializzata, quella garantita dai 60 mila frontalieri italiani, a costi più bassi. Io continuerò in tutte le sedi europee a battermi contro questo tentativo di discriminare i lavoratori italiani. Se persisterà questa politica, potremmo fare la proposta di rompere gli accordi di Schengen cui la Confederazione Elvetica ha aderito”. 

Alessandro Alfieri – Gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione Lombardia – "“E’’ incredibile che la Lega Nord, dopo che per anni è andata a braccetto con la Lega dei Ticinesi, cerchi di scaricare le colpe sul Governo Letta per quanto è avvenuto”. “Non serve versare lacrime di coccodrillo, rimbalzando tutte le responsabilità su Roma.  Invece, ora tutti gli attori istituzionali devono fare la loro parte per scongiurare conseguenze negative sui nostri territori e sui nostri lavoratori frontalieri. A livello governativo è comunque già iniziato il lavoro per rinegoziare gli accordi bilaterali ormai datati".

Matteo Bianchi, segretario provinciale Lega Nord Varese
– "Il voto svizzero ancora una volta si dimostra un grande esempio di democrazia  capace di superare i diktat di certi poteri e certa informazione. Complimenti ai cittadini ed ai partiti che hanno sostenuto questa iniziativa per far si che la Svizzera non diventi una grande giungla senza regole come l’Italia. Ancora una volta loro fanno gli interessi della Confederazione, cosa che non fa l’Italia verso i propri cittadini. Paradossalmente la regolamentazione dei contingenti può far bene anche ai frontalieri italiani, che hanno bisogno di un Ticino forte, non in balia dei poteri mondialisti e progressisti. Non possiamo pensare che il Ticino possa ospitare più di 60.000 frontalieri al giorno, ma con questa iniziativa possiamo presumere che l’economia del Ticino venga debitamente regolamentata in positivo, in maniera da continuare "a tirare" e ad essere il primo ammortizzatore sociale anche per i nostri giovani delle provincie di confine. Piuttosto, la tutela del lavoratore frontaliere dovrebbe essere in capo al Governo italiano, che però non sta facendo nulla confermando quella sensazione da territorio ai margini dell’impero abbandonato a se stesso e solo da mungere".

Stefano Candiani, senatore Lega Nord – "Gli svizzeri fanno i loro interessi accogliendo le imprese italiane e i nostri capitali salvo poi chiudere la porta in faccia ai nostri frontalieri quando la crisi comincia a farsi sentire fra i lavoratori d’oltreconfine. Il problema è che il nostro governo non sa e non vuole fare altrettanto, tutelando veramente le migliaia di lavoratori delle province di confine. Il tempo delle buone maniere  è finito, nelle prossime ore come movimento metteremo in atto tutte le azioni possibili per tutelare la nostra gente e per mettere Letta e il ministro Saccomanni con le spalle al muro: Pd, Scelta Civica e Nuovo Centrodestra dovranno assumersi le proprie responsabilità e spiegare cosa intendano fare. Fino ad ora il governo italiano ha pensato solo a come recuperare i soldi illegalmente esportati in Svizzera, ignorando i problemi dei frontalieri e dei ristorni per i comuni di confine, occupandosi solo di fare cassa considerando Varese e Como una terra ai margini dell’Impero: temiamo che continuerà su questa strada, se lo farà troverà però nella Lega Nord un fronte compatto e pronto a tutto”.

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Pubblicato il 10 Febbraio 2014
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