Gli albergatori di Somma: “Non siamo un bancomat”

Dal Consiglio Comunale disco verde alla Giunta per il nuovo balzello che si applica dal primo di marzo. Dura reazione degli operatori: “ Così si uccide quel che resta del turismo”.

Per gli albergatori di Somma Lombardo la vicenda ha dell’incredibile e del paradossale: dopo una serie di incontri con l’amministrazione cittadina svoltisi prima dell’estate e nello scorso mese di gennaio per scongiurare l’applicazione dell’imposta di soggiorno sul territorio comunale, la doccia fredda è arrivata con la comunicazione che l’imposta diventerà realtà dal 1 di marzo.

Attualmente a Somma ci sono 9 strutture alberghiere che danno lavoro a oltre 100 persone senza contare i lavoratori dell’indotto. Si tratta di un comparto già sofferente per la perdurante situazione di crisi che coinvolge il vicino scalo di Malpensa, bacino di affluenza di chi sceglie di pernottare qui. L’occupazione delle camere, la redditività e i margini di guadagno sono in picchiata libera da anni. «Eppure – denunciano gli albergatori – il Comune pensa di fare cassa e usare le nostre attività come un bancomat». Una situazione già vissuta dai colleghi albergatori di Ferno che si sono visti cadere sulla testa la tegola dell’imposta di soggiorno nel mese di agosto. Così il timore espresso allora per una diffusione del balzello a macchia d’olio nei Comuni limitrofi sta diventando realtà. «A questo punto dell’anno – spiegano gli operatori – i contratti per il 2014 sono già stati fatti e i prezzi fissati. Non abbiamo la possibilità di fare ritocchi e quindi l’aggravio del costo che si produce con l’imposta andrà a limare ulteriormente i nostri margini di guadagno». Nei giorni scorsi gli albergatori hanno scritto al primo cittadino, ma per ora non c’è stata risposta: «Qui –si spiega nella lettera – il Grand Hotel Milano Malpensa è stato recentemente dichiarato fallito, altre aziende dell’area hanno fatto ricorso o stanno utilizzando gli ammortizzatori sociali» (nella foto: una manifestazione dei lavoratori). La preoccupazione deli operatori è che gli alberghi di Somma Lombardo, gravati anche dalla nuova imposta di soggiorno risulterebbero essere meno competitivi e attrattivi rispetto alla diretta concorrenza, rappresentata dalle aziende alberghiere delle località limitrofe dove tale balzello non trova riscontro.

Secondo gli stessi operatori, la penalizzazione sarebbe, per l’albergo, sia di carattere economico (al cliente interessa quanto spende nel complesso e qualche euro in più può essere una discriminante ) ma anche d’immagine: negli hotel di Somma Lombardo si applica l’imposta di soggiorno pur non godendo di alcun plus di tipo turistico. L’imposta, infatti, dovrebbe essere destinata non tanto a rimpinguare i bilanci Comunali, ma a migliorare l’accoglienza. Una operazione che in una zona di transito come questa (certo più legata a Malpensa che non al borgo di Somma con il suo castello), non ha di fatto impatto significativo e che comunque andrebbe spalmata su tutti gli esercizi che vivono del turismo e non solo sugli alberghi. «Continuare su questa strada – conclude il presidente degli albergatori Guido Brovelli – significa condannare il tessuto economico e sociale all’impoverimento. Vorremmo a questo punto organizzarci per fare in modo che i nostri amministratori vedano quante persone corrono il rischio di fallimento o di perdita del lavoro. E allora davvero potranno dire addio a ogni forma di introito oggi ricavato sugli alberghi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Febbraio 2014
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