Maroni: “Il decreto salva Roma è discriminazione territoriale”

Il presidente della Regione Lombardia annuncia l'apertura di una vertenza con il Governo sul residuo fiscale

«Il decreto salva-Roma è un’ingiustizia che penalizza gli amministratori bravi e capaci che in Lombardia sono tanti. I sindaci della Lombardia hanno risparmiato 8 miliardi e mezzo che non possono spendere, danno oltre la beffa, per via del patto di stabilità, e questi soldi poi se li prende il Governo per coprire i buchi colossali dei comuni di Napoli e Roma. Questa è una vera discriminazione territoriale nei confronti di tanti amministratori che governano bene, facendo i
salti mortali e tirando la cinghia». È questa la posizione del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, espressa nel corso della conferenza stampa dopo Giunta.

«Dopo questo precedente creato con il ‘salva-Roma’ – ha aggiunto il presidente – penso che come
Regione Lombardia dovremo aprire la vertenza con il Governo sul residuo fiscale, ovvero la differenza su quanto i nostri cittadini pagano e quanto ricevono poi dallo Stato. Per il Veneto il residuo fiscale è di 21 miliardi in meno, per la Lombardia è addirittura di 45 miliardi di euro: significa che se noi tenessimo qui le nostre tasse avremmo 45 miliardi di euro.
Considero il decreto ‘salva Roma’ ingiusto ma questa è anche una svolta, perché se il Governo è disposto a pagare soldi per il Comune di Roma, allora la Lombardia non è più disposta a pagare
per altri e sono pronto a porre sul piano politico e istituzionale la questione del residuo fiscale».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Febbraio 2014
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