Minelli, l’arbitro varesino è pronto per la serie A

Il fischietto varesino sabato 8 febbraio farà "l'addizionale" (arbitro di porta) in Udinese - Chievo. E racconta: «Non me l'aspettavo, è stata una gradita sopresa»

Daniele Minelli, "fischietto" nato e cresciuto a Varese e nella sezione arbitrale della città, è pronto a fare il grande salto nella Serie A, anche se per ora non dalla porta principale. Minelli, che da quest’anno fa parte della categoria arbitrale della Serie B (Can B), sarà impegnato domani – sabato 8 febbraio – per la prima volta in una sfida del massimo campionato: è stato infatti designato come addizionale – il cosiddetto arbitro di porta – per la gara del “Friuli” tra Udinese e Chievo Verona. (foto da facebook)

Signor Minelli, come è arrivato a questo traguardo?
«Ho iniziato ad arbitrare quando avevo 15 anni, quindi sedici anni fa, ovviamente iniziando dalle serie minori della provincia di Varese. Dopo la trafila sui campi dei dilettanti, tre anni fa sono arrivato alla Lega Pro (che designa i direttori di gara anche per i campionati Primavera, ndr) e nella passata estate sono stato promosso alla serie B. Gli arbitri della Can B possono essere designati anche per fare gli addizionali in serie A, motivo per cui ora sono in viaggio verso Udine».
 
Nel frattempo ha ricevuto premi importanti e buone valutazioni: ricordiamo che è stato votato miglior arbitro dell’Eccellenza per la Lombradia, e in serie D addirittura di tutta Italia.
«Sì, è vero. Ho sempre avuto buoni riscontri e lo scorso anno, prima di passare alla serie cadetta, ho avuto la fortuna di arbitrare la finale playoff tra Latina e Pisa, gara decisiva per il salto di categoria».
 
Cosa vuol dire fare l’arbitro al giorno d’oggi?
«Ci alleniamo tre volte a settimana obbligatoriamente, molte volte anche quattro. Io mi preparo a Calcinate degli Orrigoni e i professionisti hanno il dovere di avere un preparatore atletico. Nel mio caso è una ragazza, Sara Brusco, anche lei di Varese. Due volte al mese ci troviamo a Coverciano per analizzare partite, situazioni di gara particolari e vedere come agire in determinate situazioni. Sotto questo punto di vista voglio ringraziare Stefano Farina, designatore della Can Pro e Domenico Messina, della Can B, che mi hanno sempre aiutato a crescere in questo ambito».
 
Quest’anno ha esordito il 29 dicembre al “Rigamonti” nel 3-3 tra Brescia e Trapani. Sensazioni?
«Ho iniziato tardi perché ad inizio stagione ho subito un infortunio. È stata una gara vivace ma molto emozionante anche per me, però sono stato molto contento perché è finita bene: come prima gara diretta in serie B è andato tutto nel migliore dei modi, anche se ho ancora tanto da imparare».
 
Quali sono le difficoltà maggiori in partita per un direttore di gara?
«La velocità di gioco è un aspetto fondamentale; dobbiamo sempre cercare di essere vicini all’azione per poter giudicare nel migliore dei modi; devo dire che ci prepariamo molto bene per questo e credo che il 99,9% delle volte riusciamo a essere all’altezza. Poi ci sono le pressioni esterne, che in Italia molte volte sono eccessive, ma fa parte del gioco e siamo abituati».
 
E ora la aspetta serie A, seppur non da primo arbitro, ma comunque un traguardo importante.
«Sarà senza dubbio un’esperienza molto entusiasmante, ma anche importante perché le responsabilità sono alte. Non me l’aspettavo ed è stata una gradita sorpresa».
 
Quali responsabilità ha, dal punto di vista tecnico, un arbitro addizionale?
«Dobbiamo aiutare il primo direttore di gara, non solo segnalando le situazioni di gol o non gol, ma anche riguardo a trattenute in area o falli commessi vicino al nostro punto di osservazione».
 
E nel futuro?
«Vivo un giorno per volta e per primo devo concentrarmi sulla partita di domani a Udine, poi penserò alla designazione di settimana prossima. La concorrenza è sempre alta, ma spero di raggiungere al più presto la massima serie come primo arbitro».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Febbraio 2014
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