Polpetta avvelenata al cane, sindaco a processo per “mancata bonifica”

La prima udienza si terrà il 21 maggio: il primo cittadino avrebbe dovuto mettere cartelli ed effettuare lavori per evitare nuovi rischi

Un cane morì per un boccone avvelenato e il sindaco , seppure avvisato, avrebbe dovuto bonificare l’area per evitare rischi ad altri animali. Ma non l’avrebbe fatto. E’ questa l’accusa per il sindaco pro tempore del comune di Bardello, nel febbraio 2011, rinviato a giudizio dal tribunale di Varese, pochi giorni fa, per omissione di atti d’ufficio, mentre l’allora comandante della polizia locale è stato anch’egli rinviato a giudizio per omessa denuncia di reato da parte di un pubblico ufficiale. La procura aveva chiesto l’archiviazione, ma il gip ha rigettato la richiesta e disposto l’imputazione coatta. Il 21 maggio si aprirà il processo davanti al giudice monocratico. L’inchiesta era stata realizzata dal Servizio interprovinciale tutela animali, organo di polizia giudiziaria, che era stato interessato da un grave episodio. Il cane Stelys era morto il 7 febbraio di quell’anno con sintomi tipici dell’avvelenamento. Il padrone lo aveva riferito al sindaco. Veniva disposta una perizia e il risultato era che nello stomaco vi era stricnina. Turbato dalla vicenda, il proprietario del cane chiedeva al sindaco di attuare l’ordinanza ministeriale del 2008 che prevede una bonifica dell’area e una cartellonistica di avviso ai padroni di animali, con ben due istanze. Il consorzio di polizia locale tuttavia prevedeva pattugliamenti nei prati incriminati e nel mese di maggio rispondeva che non aveva riscontrato esche o bocconi avvelenati. Ma secondo la Tutela animali, così facendo i pubblici ufficiali sono venuti meno a un obbligo di legge perché avrebbero dovuto effettuare una bonifica.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Febbraio 2014
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