Primo marzo, la giornata del “migrante” anche a Varese

Anche quest'anno la Rete Primo marzo ripropone questa data come occasione di riflessione e mobilitazione su quei temi, richiamandone e aggiornandone le rivendicazioni al 2014

Il primo marzo del 2010 fu lanciato il cosiddetto “sciopero dei migranti”, una giornata di sensibilizzazione sull’importante ruolo sociale, economico e culturale degli immigrati anche nel nostro paese, tale da ipotizzare realisticamente la fermata del paese intero, se si fossero fermati gli immigrati.
Una giornata del riscatto quindi per rivendicare la dignità, i diritti, la partecipazione politica dei migranti nella nostra società comune e ormai multietnica. Insomma una piena e reale integrazione. Anche quest’anno la Rete Primo marzo ripropone questa data come occasione di riflessione e mobilitazione su quei temi, richiamandone e aggiornandone le rivendicazioni al 2014.  Il Coordinamento Migrante di Varese ne condivide il richiamo a tenere alti l’impegno e la lotta per i diritti, contro il razzismo e contro lo sfruttamento. Ritiene inoltre centrale il valore dell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei migranti in cerca di un miglioramento della propria condizione economica, nel quadro delle convenzioni internazionali ed in particolare della dichiarazione universale dei diritti umani.
Se in questi ultimi anni si sono attenuate nel nostro paese le politiche più marcatamente ostili verso i migranti, e ciò è stato reso possibile sia grazie alle sentenze ripetute della Corte Costituzionale contro diversi articoli della Bossi-Fini, sia per le battaglie politiche e culturali condotte da tante organizzazioni della società civile, molte delle quali rappresentate in provincia nel Coordinamento Migrante, sia per un progressivo e conseguente mutamento del quadro politico, tanti restano ancora i problemi da affrontare per garantire equità e giustizia agli stranieri presenti nel nostro paese.

Ci riferiamo soprattutto:
– al superamento del “contratto di soggiorno”, come unica modalità di ingresso degli immigrati prevista dalla Bossi-Fini; una modalità lontana dalla realtà e proprio per questo causa dell’aumento degli immigrati irregolari;
– alla concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati nati nel nostro paese o arrivati in tenera età. Finalmente, anche grazie alla campagna L’Italia sono anch’io ed a quella per la cittadinanza onoraria concessa da molti comuni anche della nostra provincia, questa questione è entrata concretamente nel dibattito politico e nei programmi parlamentari;
– al diritto di voto amministrativo per gli immigrati in possesso del permesso di lunga durata;
– a una nuova legge sull’asilo politico, che preveda la creazione di corridoi umanitari dai paesi di provenienza dei profughi per eliminare una volta per tutte le morti in mare di migliaia di esseri umani e per non concepire le frontiere come le mura di una fortezza;
– al pieno riconoscimento del diritto di ricongiungimento familiare;
– al superamento dei Cie e comunque alla riduzione del periodo di permanenza a non più di 60 giorni;
– all’abrogazione dei costosi balzelli per il rinnovo dei permessi e per la richiesta della cittadinanza, introdotti dai famigerati “Pacchetti-sicurezza” di Maroni nel 2009 e 2010. Il Coordinamento Migrante di Varese, su questi punti manterrà la propria attenzione e la propria mobilitazione nei prossimi mesi, perché arrivino all’ordine del giorno del Parlamento e del nuovo Governo e fa appello a tutte le forze politiche e sociali perché concorrano a questa mobilitazione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Febbraio 2014
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