“Alptransit abbatte le Alpi, stop alla miopia della politica e ai Tir per strada”

Legambiente avverte: le ricadute economiche e ambientali dell'infrastruttura svizzera possono essere rivoluzionarie e invertire il rapporto tra il trasporto merci su strada e su rotaia

Abbiamo perso troppi treni ed è vietato mancarne un altro. La relazione di Legambiente sul sistema infrastrutturale dei trasporti che riguardano le ferrovie non lascia spazio al dubbio: a fare i conti con i guai di un’errata progettazione del trasporto via treno non sono solo i poveri abitanti della Valceresio, che si trovano a convivere con un’opera che non vede mai fine, ma l’intero sistema dei trasporti e per sua diretta conseguenza dell’economia e della qualità della vita. A Varese, in Lombardia e nell’intero paese.

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In occasione della fermata varesina del “Treno verde” di Legambiente, l’associazione ha organizzato una tavola rotonda con diversi attori del territorio per fare il punto con la «vera, più importante, rivoluzionaria e trascurata sfida infrastrutturale che il sistema dei trasporti dovrà accogliere»: l’Alp Transit, alla quale va doverosamente aggiunta la qualifica di “Svizzera”.
A parlarne, proprio a bordo del convoglio parcheggiato in stazione, c’erano Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente Lombardia; Irmtraut Tonnndorf, Responsabile comunicazione Hupac; Alberto Minazzi, coordinatore di circoli Legambiente provincia di Varese, l’onorevole Maria Chiara Gadda del Partito Democratico (che ha presentato un’interrogazione in materia) e Flavio Nossa, Cgil.

L’obiettivo che l’associazione vuole imporre alla politica e all’economia del nostro territorio si chiama Alp Transit: il tunnel più lungo del mondo che dal 2016 verrà aperto alle comunicazioni ferroviarie tra catino padano ed Europa. L’occasione per cominciare a fare quello che la politica fino ad adesso non ha fatto: invertire lo status quo dei trasporti togliendo i Tir dalle strade e spostando le merci sul trasporto ferroviario.

«Il ritardo del nostro Paese appare sempre più incolmabile – spiega Legambiente -, nonostante gli investimenti in franchi svizzeri elargiti da Berna per l’adeguamento delle gallerie sulle tratte italiane Luino-Busto Arsizio-Novara e Chiasso-Milano. Sia la Regione Lombardia che il Governo centrale appaiono ancora del tutto impreparati a ricevere l’impatto sulla nostra rete ferroviaria della crescita di merci che lo attraverseranno, e che invece che proseguire il loro viaggio su ferro finiranno per riversarsi su centinaia di migliaia di TIR, aggravando il quadro di inquinamento della Pianura Padana. Per questo è necessario e urgente un cambio di indirizzi strategici per fermare gli investimenti autostradali e puntare sul trasporto ferroviario».

La galleria di base del Gottardo, parte centrale del progetto svizzero “Alptransit”, a partire dal 2016, diventerà la spina dorsale del trasporto transalpino, consentendo il passaggio di decine di milioni di tonnellate di merci in più rispetto a quelle che già oggi viaggiano lungo il principale asse ferroviario che sbocca in Pianura Padana (quasi 26 milioni di tonnellate transitate su ferro nel 2011 contro le 14 del Brennero e le 3,4 dell’asse Torino-Lione). A beneficio dell’Italia è arrivato recentemente un “tesoretto” da 120 milioni di euro da parte del Governo svizzero per la riqualifica della ferrovia Luino-Gallarate: uno dei colli di bottiglia che si oppongono al transito dei treni merci da 2000 tonnellate che, con l’apertura del supertunnel del Gottardo, collegheranno la rete ferroviaria italiana alle grandi direttrici di trasporto ferroviario transalpino.
L’Alptransit è una infrastruttura senza dubbio strategica per l’intera Europa: l’area milanese diventerà il vero terminale sud di un asse che, valicate le Alpi, collegherà la Pianura Padana con le reti ferroviarie della Valle del Reno, la Manica e i grandi porti atlantici di Rotterdam e Amburgo. In altre parole, un bacino di oltre 100 milioni di abitanti, nel cuore economico d’Europa. Ma questa formidabile opera è sostanzialmente sconosciuta alla politica nazionale, che non ha mai investito un euro sulle necessarie opere di connessione dal lato italiano.

«Per troppi anni ci siamo concentrati sulla Torino-Lione, e non ci siamo invece occupati di un’opera molto più strategica, che è la realizzazione dei raccordi ferroviari e dei servizi logistici di interscambio nell’area tra Novara e Milano, dove sbarcherà la più grande infrastruttura per l’interscambio commerciale tra Italia e resto d’Europa – ha dichiarato il responsabile trasporti Legambiente Lombardia Dario Balotta -. Così mentre gli svizzeri lavorano per l’apertura al traffico del tunnel di base del Gottardo, confermata per il 2016, noi siamo del tutto impreparati a ricevere l’impatto sulla nostra rete ferroviaria le merci che lo attraverseranno, e che invece che proseguire il loro viaggio su ferro finiranno per riversarsi su centinaia di migliaia di TIR, aggravando il quadro di inquinamento della Pianura Padana».
E a specificare quanto l’obiettivo sia importante e strategico non solo dal punto di vista ambientale ma soprattutto dal punto di vista economico c’era anche la responsabile delle relazioni esterne di Hupac Irmtraut Tonndorf. Proprio attraverso l’Hupac, operatore del trasporto combinato ferro/gomma, che in Lombardia conta sullo scalo di Busto Arsizio/Gallarate, e che ogni giorno trasporta su ferrovia l’equivalente di 2.800 Tir attraverso uno dei più grandi scali d’Europa con 240mila mq di superficie  e 34 coppie di treni al giorno, si è espressa una ulteriore preoccupazione sulla non posizione dell’Italia in merito all’AlpTransit.
«Il traffico merci su rotaia per funzionare davvero ha bisogno di due cose – ha spiegato Tonndorf -: infrastrutture pronte ad accogliere i convogli e la possibilità di far transitare treni più lunghi, anche fino a 800-1000 metri di lunghezza. Questo permetterebbe di essere più competitivi rispetto al “competitor” strada e sarebbe il segno di un moderno, ecologico ed efficiente sistema dei trasporti. Con l’aiuto di Alptransit è come se abbattessimo le Alpi, è una cosa rivoluzionaria ma bisogna essere pronti a sfruttare questa occasione».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Marzo 2014
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