Le stampanti 3D sono le nuove macchine a vapore
Inaugurato il nuovo Faberlab di Confartigianato Imprese Varese. Presenti i vertici nazionali, regionali e provinciali dell'associazione
Soufiane Machkouk ha diciotto anni e frequenta il liceo scientifico «Marie Curie» di Tradate. Con altri suoi compagni di classe è in prima fila al Faberlab, la fabbrica digitale creata da Confartigianato Imprese Varese. Soufiane sa anche che forse sta studiando per un lavoro che ancora non esiste. Dice di essere indeciso tra matematica e ingegneria dell’automazione. Nel frattempo fissa Riccardo Visentin che spiega tutti i passaggi dal software alla stampa tridimensionale per cercare di catturare informazioni.
I luoghi del cambiamento hanno una caratteristica comune: riescono a fare incontrare le generazioni e i loro saperi. E il Faberlab degli artigiani varesini non fa eccezione. Metalmeccanici, orafi, carpentieri, falegnami, odontotecnici, stampatori si aggirano curiosi nella prima fabbrica digitale della Valle Olona, in quella stessa terra dell’oro dov’è iniziato lo straordinario romanzo del manifatturiero varesino.
I vertici dell’associazione, da quelli provinciali fino a quelli nazionali, si confondono con gli ospiti. Si concedono un selfie con lo smartphone e twittano frenetici. Al Faberlab non ci si puo’ nascondere dietro una carica istituzionale, tutto scorre senza salamelecchi gerarchici. Il manifesto digitale degli artigiani è rigorosamente di carta, un bel formato, elegante, come solo sa esserlo ciò che è veramente old. I banchi dove si terranno i corsi sono fatti con materiali poveri e riciclati, ma stramaledettamente belli. Semplici tavole di compensato avvitate sul fondo di bancali sistemati in verticale, realizzati da un’altra banda di creativi visoniari che risponde al nome di ReMida. Tutto il resto è bit. Qualcuno dice: «anche gli stuzzichini del rinfresco».
Il Faberlab è un punto di incontro e come tale è aperto non solo agli artigiani, ma anche alle scuole e ai nuovi fedeli della dottrina dei makers: «penso quindi creo». Giorgio Merletti, presidente nazionale di Confartigianato, tira in ballo Einstein e lo stimolo creativo generato dall’angoscia del nuovo. La storia insegna che l’innovazione genera reazioni pericolose se non vengono metabolizzate da chi ha il potere di decidere: «Le stampanti 3D sono le nuove macchine a vapore – dice Merletti -. I luddisti nel 1800 le distrussero. Noi no».
In questa fase «il materiale e il virtuale si avvicinano» dice un altro Merletti, Claudio, in arte provveditore agli studi. In realtà sono già fusi insieme e sui banchi del Faberlab si può toccare con mano l’incontro senza mediazioni tra un’idea e una tecnologia che la produce. Il sindaco di Tradate, Laura Cavallotti, non ha tagliato nessun nastro, ma si è fermata a lungo per capire come si può creare un prodotto vero partendo da una semplice idea. «Dietro la fabbrica digitale – dice Mauro Colombo, direttore di Confartigianato – c’è un universo di competenze e passione di 180 persone che lavorano». Come dire: la rappresentanza è fatta di sangue, carne, ossa e idee, meglio non dimenticarlo.
Davide Galli parla di un modello da esportare in Italia. Secondo il presidente provinciale di Confartigianato, non è poi un compito così difficile perché «gli artigiani sono studenti che hanno sempre voglia di imparare».
Si comincia già stasera con un corso su Arduino, la scheda elettronica open source che è il simbolo dei nuovi makers. Tutto esaurito.
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