Pronti per una primavera “marziana”

Da marzo a luglio potremo infatti osservare Marte, il pianeta"rosso”, che quest'anno raggiungerà l'opposizione l’8 di aprile

Forse non tutti lo sanno, ma stiamo per vivere una primavera “marziana”, anche se ciò non ha niente a che vedere con la meteorologia: da marzo a luglio potremo infatti osservare Marte, il pianeta"rosso”, che quest’anno raggiungerà l’opposizione l’8 di aprile, brillando di magnitudine -1,5 nella costellazione della Vergine, poco lontano dalla brillante stella Spica.
Al telescopio si vedrà un dischetto rosso con un diametro angolare che supererà i 15 secondi d’arco, sebbene questo valore sia circa un terzo del diametro apparente di Giove, altro pianeta ben visibile in queste sere. Non capita spesso di poter osservare Marte in maniera soddisfacente, perché tali favorevoli occasioni, chiamate opposizioni, ricorrono ogni due anni circa.
Si parla di opposizione quando il pianeta raggiunge la minima distanza con la Terra, ed a causa delle caratteristiche dell’orbita di Marte le diverse opposizioni possono essere molto differenti: nelle grandi opposizioni perieliche, quando cioè Marte è più vicino al Sole, dalla Terra il suo diametro apparente può superare i 25 secondi d’arco (come accadde nel 2003 e di nuovo nel 2018), mentre al contrario, in quelle afeliche, la distanza tra i due pianeti può superare i 100 milioni di Km, ed il dischetto risulterà quindi molto più piccolo; quest’anno Marte raggiungerà una distanza minima di circa 93 milioni di km.
Marte ci aiuta in questo caso a rivivere il passato: 58 anni fa il nostro indimenticabile Prof. Salvatore Furia si riuniva con un gruppo di appassionati varesini per osservare il Pianeta Rosso al suo massimo splendore. Era il 6 settembre 1956: nasceva così la Società Astronomica intitolata in onore dell’astronomo Giovanni Virginio Schiaparelli, il primo grande studioso della superficie di Marte e scopritore dei famosi “canali” marziani.

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L’osservazione di Marte 4 di 4

Ma perché osservare il pianeta? Solo pura curiosità e contemplazione? Ovviamente noi semplici appassionati non potremo mai competere con le sonde spaziali, ma in questa enorme differenza vi è un aspetto chiave: mentre l’osservazione da Terra è in grado di fornire un’osservazione globale del pianeta, le sonde in orbita ne analizzano solamente un’esigua porzione. Ad esempio, la famosa tempesta di polveri del 2001 e del 2007 venne osservata inizialmente da alcuni osservatori terrestri e poi successivamente analizzata in dettaglio dalle sonde spaziali. Risulta evidente quindi quanto sia importante il ruolo degli astronomi non professionisti allo studio ed al monitoraggio dei pianeti a supporto delle sonde automatiche.
Marte risplende come detto tra le stelle della costellazione della Vergine, rosso com’era raffigurato il Dio della guerra per i Greci, basso a Sud-Est già dalle ore 22 del mese di Aprile in prossimità della stella Spica. In questo periodo, ad eccezione di Giove dall’altra parte del cielo, Marte è l’astro più luminoso di tutta la volta celeste! Si richiede l’uso di un telescopio di media potenza (almeno 15 cm di diametro) per poter osservare alcuni dettagli scuri, che paiono apparire e scomparire sotto l’influenza della turbolenza atmosferica, principale regolatore di ogni visione planetaria. Per tale motivo gli osservatori cittadini non si debbono scoraggiare: la foschia e l’umidità aiutano a neutralizzare gli effetti nocivi dei movimenti delle masse d’aria. Probabilmente il principale dettaglio che balzerà all’occhio risulterà essere la bianca e piccola calotta polare, vasta distesa di anidride carbonica congelata e ghiaccio d’acqua, in prossimità della zona nord del pianeta (ricordiamo che nella visione telescopica l’immagine si osserva invertita e ribaltata). L’osservazione dei pianeti richiede generalmente un tempo di “integrazione” e di interpretazione da parte del nostro sistema visivo e il nostro cervello.

Marte è ai più un soggetto difficile, ma a un attento osservatore potrà svelare un’innumerevole quantitativo di dettagli e particolari. Una certa familiarità la si acquisisce solamente nell’osservazione visuale e al giorno d’oggi, nonostante l’avvento di nuove tecnologie di acquisizione, il classico disegno su carta ha una valenza storica di primissimo ordine e diversi astronomi di un tempo ci hanno lasciato delle tavole di immensa bellezza, delle vere e proprie opere d’arte. Per disegnare saranno sufficienti una tavoletta rigida su cui poggiare il foglio da disegno ed una matita sufficientemente scura il cui tratto sia visibile alla tenue luce rossa di una pila. Conviene prima disegnare un cerchio (lo standard per le osservazioni planetarie è di 42mm di diametro), poi annotare l’ora, il tipo di telescopio usato e l’ingrandimento, e procedere poco alla volta segnando delicatamente i dettagli principali, precisando poi le sfumature e i dettagli minori. Lo schizzo potrà essere messo “in bella” anche il giorno successivo. Non dimentichiamo però l’importanza dell’uso di filtri colorati che vanno dal rosso per aumentare la visibilità dei particolari superficiali al blu per le nubi di alta quota e i vapori in sospensione.
In attesa dell’opposizione vi alleghiamo un’immagine ripresa con la strumentazione dell’Osservatorio di Campo dei Fiori la sera del 15 marzo scorso: diversi dettagli sono già visibili.
Buona osservazione!

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Marzo 2014
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