“Quella scuola è un gioiello architettonico, salviamola dal degrado”

Le scuole elementari Orrù sono opera del celebre architetto Aldo Rossi ma nessuno lo sa e, sopratutto, nessuno le valorizza. Da qui parte l’appello di un giovane studente di architettura per salvare quella scuola e ridarla nel suo splendore alla città

C’è un filo rosso che collega città come Milano, Firenze, Berlino, Toronto, Melbourne, Maastricht e Fagnano Olona: le opere di Aldo Rossi. Il nome di questo grande architetto, che oggi sarebbe definito una "archistar", ai più non dirà molto ma tra gli addetti ai lavori è estremamente importante. Basta pensare che Rossi nel 1990 ha vinto il premio Premio Pritzker, la massima riconoscenza nel mondo dell’architettura che, per intenderci, 8 anni più tardi sarà vinto da Renzo Piano.

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Aldo Rossi, tra le opere che ha realizzato in Italia, ne ha progettata una proprio sulle rive dell’Olona: la scuola elementare Salvatore Orru. L’edificio, anno 1972, che frequentano quotidianamente centinaia di studenti è infatti una delle opere del grande architetto, ma di certo non la più famosa. Non una targa, non un busto, nulla che faccia sapere chi ha costruito quell’edificio e, sopratutto, nessuna cura particolare per un posto così importante.

E’ così uno studente della Facoltà di Architettura di Mendrisio, Alessandro Speroni, a riaccendere un riflettore su quella scuola scrivendo una lettera al nostro giornale. "Ero stato incuriosito -scrive lo studente- da una piccola foto del complesso scolastico apparsa sul numero di Febbraio della rivista d’architettura “Casabella" e per questo motivo si è messo a cercare l’edificio. E se da un lato l’impianto scolastico sembra adeguato alle necessità dall’altro è "l’opera architettonica in sé, seppure ben invecchiata, a non essere per niente curata. L’intonaco inizia a creparsi e a lasciare intravedere la malta dei mattoni o i ferri del calcestruzzo sottostante".
La vera "pugnalata al cuore" è però vedere che "la torretta in mezzo alla corte che doveva essere adibita a biblioteca della scuola e accessibile a tutta la cittadinanza" e che costituiva "il baricentro intorno a cui gravitava l’idea di Aldo Rossi della scuola è oggi un ripostiglio: vecchi computer ammassati, un lettino accantonato, qualche libro impilato e un mocio vileda a sbarrare l’accesso alla bella scala che porta alla passerella del "cammino di ronda" e da cui si aprono due magnifiche viste, sulle gradinate del cortile e su una vecchia ciminiera, il tutto sotto una moderna copertura che ancora oggi farebbe invidia a Mario Botta".

Da qui il giovane studente di architettura lancia dunque il suo appello: "Ogni traccia di Aldo Rossi sul nostro territorio andrebbe preservata e valorizzata; ogni amante dell’architettura dovrebbe avere la possibilità di vedere le sue opere, intonse o quanto meno riconoscibili; ogni appassionato di architettura visiterebbe volentieri una biblioteca di Aldo Rossi, ma non un ripostiglio".

 

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Pubblicato il 25 Marzo 2014
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