L’arrivo di Sifa dal Congo e la gioia di mamma Mara

Il racconto emozionante di una delle 24 mamme che ha aspettato 7 mesi prima di poter riabbracciare la sua bambina

«È stata una giornata memorabile». Mara Gorini racconta così ai microfoni del Tg3, l’epilogo della lunga odissea che lei e suo marito, Matteo Galbiati, hanno dovuto vivere prima di poter rivedere la piccola Sifa, la bambina di tre anni che la coppia di Sumirago aspettava di riabbracciare da mesi. Una vicenda travagliata che si è conclusa nel migliore dei modi, mercoledì 28 maggio, con l’arrivo a Ciampino dei 31 bambini bloccati in Congo da una pasticcio burocratico durato sette lunghi mesi. «Sono stati mesi difficili – ricorda Mara -. vedere mamma e papà andare via è stata una fatica per loro; non solo una fatica per noi. Sicuramente la telefonata che il presidente Renzi ha fatto al presidente Kabila, è stato un importante segnale che ha permesso nel giro di un mese di sbloccare la situazione».
Ora Sifa è al sicuro e Mara racconta emozionata l’arrivo della piccola nella sua nuova casa:
«Quando è entrata in casa è corsa a cercare il suo letto, che aveva visto in fotografia e dopo è andata a vedere la doccia, che era un’altra sua preoccupazione. Acquisite queste due certezze è andata a vedere i suoi vestiti. La nostra famiglia non poteva essere diversa da questa», conclude sorridendo Mara, assessore alle Politiche Sociali ed Educative di Sumirago, mamma di altri due bimbi adottati, Costanza e Ludovico.
 

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L’abbraccio di Mara a Sifa 4 di 5



La vicenda che ha visto coinvolte 24 famiglie italiane, è stata causata, ha chiarito Cristina Ravaglia direttore generale della Farnesina per gli italiani all’estero e le politiche migratorie nel giorno dell’arrivo, da una serie di irregolarità compiute da alcune famiglie francesi e statunitensi. Le autorità congolesi hanno infatti bloccato temporaneamente tutte le adozioni, dopo aver scoperto che tra le pratiche era anche quella dell’adozione di un bambino da parte di una famiglia omosessuale, condizione questa ritenuta inaccettabile in Congo. La soluzione della vicenda, ha speigato la Ravaglia, è stato possibile solo «con un gran lavoro, costante e silenzioso, della Farnesina che ha continuato a seguire i bambini e tutto quanto necessario per arrivara a oggi». 

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Pubblicato il 31 Maggio 2014
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